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SEVEN regia di David Fincher

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elio91     8½ / 10  24/07/2011 23:34:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Insieme al Silenzio degli Innocenti,Seven è senza dubbio alcuno il thriller simbolo degli anni '90,nonché uno dei più bei film di sempre del genere. Evidente il debito nei confronti del film di Demme da cui riprende un'atmosfera cupa e disperata,soprattutto cinica e in cui la trama si fa spietatamente realistica e senza via d'uscita. I canoni usuali sono ribaltati: è un nuovo thriller quello che nasce,che è una diretta evoluzione che parte da Hitchcock per quanto riguarda la suspance ma se ne allontana,modernizzandosi,con il sangue buttato in faccia allo spettatore. Fermo restando che Il Silenzio degli Innocenti è la fonte di ispirazione più grande (possibile citazione nella scena della pellicceria "Wild Bill"),veniamo al lavoro di Fincher vero e proprio.

Se7en non si limita a mostrare efferatezze varie,o ad imbastire una trama per far scovare allo spettatore "l'assassino" che inevitabilmente sarà qualcuno insospettabile già visto nel film. Anzi,la ferocia del killer è immotivata e diventa ancora più mostruosa quando organizza i suoi omicidi come opere d'arte di un pazzo rifacendosi ai sette peccati capitali.
Ma il killer in azione non ci viene mai mostrato veramente,Fincher si limita a delinearne le conseguenze senza voler rimarcare a fondo il dettaglio macabro ma lasciandolo ai margini. Sono i corpi dilaniati e mostruosi (obesi,morti viventi,mutilazioni) a sconvolgere e il modo in cui tutto viene premeditati con cura maniacale e verosimile; per dirla tutta,in una sequenza viene interrogato un sospetto e a sconvolgere è solo una innocua foto che ritrae l'arma del delitto. Non c'è bisogno di sangue,effettacci gore alla Saw (senza Seven non esisterebbe neanche,tra l'altro),eppure la fotografia cupa e la violenza non mancano di certo. In questo modo l'orrore si scatena in maniera più acuta e con esso la tensione,in un crescendo che porta all'esplosione finale,ovvero dieci tra i minuti più sconvolgenti e lunghi della storia del cinema orchestrati ad arte.
La sceneggiatura è una vera e propria bomba,riesce a toccare vari argomenti non ultimo la degenerazione del mondo moderno,tema portante di un thriller che ha tantissimo da dire: quello che continua a rendere ancora oggi Seven un film epocale,oltre alle innovazioni stilistiche (Fincher lontano dal patinato,sporco e crudele come non è più riuscito ad essere se non forse con Zodiac) è questa lotta bene contro male scontata forse solo nella definizione,dove il male e contaminazione totale. Se nel finale non tutto è perduto,inutile dire che quasi tutto è talmente triste e pessimistico che neanche la voce di un Freeman che non si arrende riesce a risollevare lo shock dello spettatore. John Doe,come Charles Manson,è un nostro figlio: accettiamo le conseguenze di ciò che siamo.
Forse Freeman nel ruolo del saggio uomo di colore navigato è qualcosa di visto e rivisto,ma le sfumature che si riescono a cogliere sono tante: quelle di un insegnante con l'allievo (un Pitt spaccone e volutamente irritante ma che nel finale regala una prova magnifica),ma anche il maestro può fallire in un mondo marcio come il nostro.

Che incubo quella scatola finale... e Spacey in nemmeno dieci minuti di interpretazione contribuisce in maniera determinante a rendere questo Seven una pellicola davvero indimenticabile.
Invia una mail all'autore del commento The BLuEs mAn  31/03/2012 10:46:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento, condivido pienamente tutto ciò che hai scritto.
elio91  31/03/2012 11:20:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie!