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RACCONTI DELL'ETA' DELL'ORO regia di Hanno Höfer, Cristian Mungiu, Constantin Popescu, Ioana Uricaru, Razvan Marculescu

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  05/01/2010 14:39:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra leggenda e realtà quattro storie di vita quotidiana in Romania durante il regime di Ceausescu,mirate ad illustrare l’obbedienza cieca e spesso assurda di un popolo mediante un approccio amaramente comico.
Cristian Mungiu,già apprezzato per il doloroso “4 mesi,3 settimane e 2 giorni”,abbandona lo stile depresso per realizzare, con l’ausilio di una nutrita schiera di colleghi, un film che ricordi il buio periodo sposando uno stile intelligentemente accusatorio senza scadere nella denuncia urlata o grondante rabbia.
I due episodi migliori stanno all’inizio ed alla fine.Nel primo si racconta dei febbrili preparativi per donare un aspetto più dignitoso possibile ad un villaggio di campagna che di lì a poco verrà visitato da una rappresentanza del regime,tra richieste assurde ed ordini rispettati alla lettera si dipana un surreale ritratto di servilismo scellerato.
Nel quarto episodio una famiglia che ha ricevuto in dono un maiale per Natale si arrovella su come ucciderlo senza far troppo chiasso,evitando così di scatenare le invidie degli affamati vicini.Un episodio leggero che racconta dell’impossibile solidarietà tra poveracci e della scarsa reperibilità di cibo,argomento già presentato nel secondo episodio,quello dal tono meno lieve.Il segmento narra di un camionista,trasportatore di polli,il quale finisce con il trasgredire la legge per accontentare le richieste della locandiera di cui è infatuato.Non vi è però gran ritmo narrativo e l’episodio ne risente accumulando alcune situazioni fin troppo statiche.Il terzo episodio è invece basato sulle ossessionanti e vili pressioni da parte del partito sui mezzi di comunicazione,in questo caso rappresentati da due fotografi costretti ad “aggiustare” uno scatto di Ceausescu.La figura del lavoratore viene presentata in termini grotteschi ma senza perdere l’essenza drammatica e coercitiva della situazione,l’argomento è fondamentalmente abusato e per questo non più di tanto entusiasmante.
Film dai risultati alterni,al quale va riconosciuta la capacità di raccontare in modo singolare il dramma di una nazione schiavizzata ed asservita.