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WIFE COLLECTOR regia di Hisayasu Sato

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Ciaby     7 / 10  31/08/2009 15:36:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Terzo film dell'arcinoto regista giapponese Sato Hisayasu (il cui capolavoro e il cui più famoso film resta e per sempre resterà quello splatter filosofico-metafisico che è "Naked Blood"), poliedrico artista e indagatore della sessualità, della perversione e della malattia di un genere umano. Girato con un budget probabilmente rasente lo zero, "Wife Collector" si rivela essere un po' come tutti gli altri film che ho visto di lui (The Bedroom, Naked Blood e l'episodio horror per "Rampo Noir") si presenta come un film di serie z, per poi scoprire che è più complesso di quanto ci si aspetti.

"Wife Collector" nasconde temi piuttosto scottanti, ma anche psiocologicamente complessi e perversi: il sesso, visto come rincuoro per un'anima vacua e senza emozioni; l'importanza dell'amore, che subito diventa superflua quando il proprio cuore è lontano.

Sato fotografa, con una fotografia a dir poco rozza ma affascinante e dal retrogusto homevideo anni '80, una realtà certamente grottesca, eppure con un'alone di verità. Una verità ovviamente effimera, eppure candida ed estrema allo stesso tempo.

Sato è un genio per il fatto di saper mettere in scena il sesso come anima e come morte, ancora di salvezza e distruzione. E alla fine la domanda sorge spontanea? Come può una donna sessualmente repressa salvare la sua anima naufragata? Sato non risponde. O meglio, lo fa in modo criptico, come tutta la sua filmografia.

Un cinema difficle, difficilissimo.
Eppure violentemente emotivo.
E per questo sconvolgente.