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ESSERE JOHN MALKOVICH regia di Spike Jonze

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kafka62     7½ / 10  09/05/2018 14:17:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Essere John Malkovich" è uno dei film più originali degli ultimi anni, un'opera in cui l'elemento surreale di partenza (la scoperta di un passaggio che porta direttamente nella testa di John Malkovich), oltre a creare vertiginosi e imprevedibili sviluppi narrativi, è strumentale a una riflessione sull'identità, sessuale e non, dei personaggi. Entriamo subito in medias res. Essere per quindici minuti Malkovich è all'inizio visto come un gioco divertente, un passatempo virtuale come quello che prefigurava qualche anno fa "Strange days". Ma Lotti, la moglie del protagonista, scopre anche il fascino irresistibile di essere donna e insieme di provare emozioni maschili, mentre Maxine, la femme fatale, sapendo quando Lotti è nel corpo di Malkovich, può a sua volta fare l'amore col partner e con l'amica contemporaneamente. E' qualcosa che va al di là rispettivamente della transessualità e del lesbismo, che dà vita, se così si può dire, a un'ultra-sessualità (oltre che a un nuovo individuo, visto che dall'unione di Lotti e Maxine nasce una bambina). Se a questo si aggiunge che il protagonista, che di professione fa il burattinaio per poter calarsi – dice lui – nei panni di un altro essere, riesce a muovere dall'interno Malkovich come una marionetta e a sfruttarlo per la sua carriera, e che lo stesso famoso attore fa l'esperienza del passaggio, precipitando nientemeno che nel proprio subconscio, si può capire come il film è un folle e caleidoscopico tentativo di dar corpo alla confusione e alla crisi di identità dell'uomo contemporaneo, andando ben oltre la psicanalisi (se mai, prendendola in giro, come nella scena della rimozione da parte dello scimpanzé del trauma primario della cattura).
Spike Jonze è bravo, ma più che la regia è la sceneggiatura di Charlie Kaufman ad essere geniale (anche se risulta francamente ridondante quando fa entrare in scena quei vecchietti in stile "Cocoon" che usano a loro volta Malkovich – sic! –come veicolo per l'immortalità). A questo punto ci si può chiedere: e lui, il Malkovich attore e contemporaneamente personaggio, sfruttato da tutti come un pupazzo per le finalità più diverse, come si comporta alle prese con questo titanico ruolo? Con molta autoironia e poco narcisismo, per fortuna, dimostrando di essere, se mai ce ne fosse stato bisogno, un grandissimo interprete.