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GOSTANZA DA LIBBIANO regia di Paolo Benvenuti

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Ciumi     8 / 10  03/09/2009 18:22:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Partendo da un minuzioso e paziente lavoro di ricerca, Benvenuti sceneggia, seguendo per filo e per segno i verbali d’un autentico processo, una delle centinaia di storie “perdute” negli archivi della storia italiana: quella di Gostanza da Libbiano, anziana guaritrice pisana di professione, che nel 1594 viene giudicata dal tribunale dell’inquisizione per stregoneria. Dall’arresto, agli interrogatori, alle torture, alle confessioni. Se il tema può apparentemente ricondurre a “Deis Irae” di Dreyer, invero, manca completamente nel lavoro di Benvenuti l’aspetto mistico, centrale nell’opera del grande regista danese. Gostanza è più la vicenda umana d’una donna, messa alle strette dagli atroci meccanismi del potere a tal punto di finire per assecondarli, d’inventarsi diaboliche fantasticherie sul proprio conto, e di rivendicare quel suo ruolo di strega malvagia tanto da volerlo ora difendere da ogni sorta di dubbio (e che ritratterà, per l’entrata in scena di un’altra donna, soltanto nel finale).
Accostabile, per l’autenticità, a mio parere più al Rossellini “didattico”, o per l’essenzialità e il rigore a Bresson (ma si potrebbe fare anche il nome di Straub), rimane un formidabile racconto che, tanto a fatica di Benvenuti è stato strappato al dimenticatoio, quanto più in fretta ci è ahimè ripiombato.