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HELL RIDE regia di Larry Bishop

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kingofdarkness     7½ / 10  30/04/2013 16:17:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ritorno alla regia per Larry Bishop, discepolo di Tarantino e Rodriguez, in un secondo tentativo di gloria dopo l'anonimo "Il tempo dei cani pazzi" del 1996 (che non ho visto, ma non mi sembra goda di una gran fama).
Il buon Larry nel frattempo di esperienza ne ha fatta, e soprattutto, dimostra di conoscere piuttosto bene lo stile del suo mentore.
Hell Ride infatti è un film molto di nicchia (prettamente motociclistico), che gode di una scenografia splendida (il deserto americano ha sempre il suo fascino) e di un consolidato cast di stelle (tra cui il solito Michael Madsen e l'eterno Dennis Hopper)
La trama non è nulla di nuovo, una classica storia di vendetta in stile wild west, solo con le motociclette al posto dei cavalli.
Lo sviluppo della stessa, invece, è piuttosto caratteristico in quanto ricalca molto lo stile Tarantino-Rodriguez, come già detto, quindi con numerosi flashback, poca linearità narrativa, alcuni dialoghi memorabili (tra tutti, quello tra Pistolero e la messaggera a tema "fire"), un po' di splatter, parecchio sesso e anche un pizzico di trash (influenze Rodriguez…)
Insomma, Hell Ride ha tutte le carte in regola per farci passare un'oretta e mezza in puro relax, in compagnia dell'immancabile 6-pack di birre e cestone di popcorn.

Qui in Italia è rimasto inedito, probabilmente perché si tratta di un prodotto troppo americano che qui da noi non riuscirebbe a riscuotere tanto successo….però se vi piace il genere e apprezzate lo stile Tarantiniano/Rodrigueziano, una visione se la merita di sicuro.
Per gli appassionati di motociclette, invece, direi che è quasi un cult.


p.s. Per chi la pensasse come l'utente TylerDurden, dico solo che il film va preso per quello che è, ovvero non un capolavoro ma nemmeno una scopiazzatura o un'insulto allo stile di Tarantino....io lo vedo più come un tributo e un omaggio alla grandezza di Quentin.
Questa è la mia opinione personale, ovviamente ognuno è libero di condividerla o condannarla a seconda di quanto più ritenga giusto.