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JOE D'AMATO TOTALLY UNCUT regia di Roger A. Fratter

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DarkRareMirko     8 / 10  05/09/2009 04:26:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Primo, e più lungo come minutaggio, tra i 3, credo, documentari che Nocturno, grazie alla regia di Roger A. Fratter (!?) ha dedicato al compianto Joe D'amato, autodefinitosi "buon direttore della fotografia - come dargli torto, visto gli ottimi risultati raggiunti sotto questo punto di vista con film come Cosa avete fatto a Solange?, Disperatamente l'estate scorsa, L'anticristo - e artigiano del cinema".

Regista multifaccia, che ha realizzato veri e propri classici nei generi cinematografici tra loro più diversi (horror, erotico, thriller, pornografico - girato per motivi alimentari più che altro, come lui stesso ci tiene a definire-, ecc.), nonchè lavorando in ruoli fra loro molto diversi (attore, regista, direttore della fotografia, produttore, sceneggiatore), Joe D'Amato (pseudonimo scelto epr andare in contro ad esigenze di rassomigliare a nomi italoamericani quali Brian De Palma), al secolo Aristide Massaccesi, è stato un'artista che senza dubbio ha lasciato un solco nell'immaginario collettivo, anche all'estero (dove famosissimo è, presempio, Anthropopagous, di cui Andreas Schnaas girerà pure un, pessimo, remake).

Nel corso della sua carriera il suddetto regista (amico di Lamberto Bava) ha lavorato con fior fiori di attoroni (il Jack Palance del Batman di Burton, Klaus Kinski, la Sirpa Lane de La bestia, Serena Grandi, Aldo Fabrizi, Laura Gemser, George Eastman, Renzo Montagnani, Rocco nazionale Siffredi, e via dicendo) inserendoli in film spesso dai budget ridotti, ma dalle grandi idee e dai decorosissimi, tavolta buoni, risultati.

Tra i suoi film migliori, citerei tutto il cannibal-erotico interpretato dalla Gemser (con di tanto in tanto ottimi trucchi di Giannetto De Rossi), i cult Anthropopagous e Buio Omega, Rosso sangue, La morte ha sorriso all'assassino e Le notti erotiche dei morti viventi.

Il documentario non è mai tedioso, lasciando sempre la possibilità, tra un video e l'altro, di permettere a D'Amato, un tipo alla mano e non ignorante, di poter dire la propria sulle varie domande postegli dall'intervistatore.

Completo, interessante, ben montato, è un documentario che consiglio, assieme alle altre sue due parti (di poco più di 1 ora ciascuno mi pare).