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SLEEPERS regia di Barry Levinson

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Project Pat     9 / 10  04/06/2015 16:00:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una bellissima fiaba. Sì, io lo definirei così. Molto utopistica nei suoi valori, quello è vero ed è proprio per questo che è una fiaba, ma qualcuno mi dica come si fa a non restarne estasiati. Personalmente trovo che il film di Levinson abbia tutto, sia da un punto di vista prettamente cinematografico, sia al di fuori di esso: all'inizio pare un gangster movie (la voce fuori campo ricorda quella dell'Henry Hill di "Goodfellas"), poi si sposta verso il genere drammatico/sportivo-carcerario (non penso certo d'esser stato l'unico a ricordarsi di "Fuga per la Vittoria" nella scena della partita, o de "Le Ali della Libertà" in quella delle sevizie), per trasformarsi infine in un thriller giudiziario. La sceneggiatura cerca quindi di amalgamare più generi possibili fra di loro con razionalità (a chi invece vi ha visto scopiazzamento, si potrebbe tranquillamente rispondere che il cinema è anche, e sottolineo anche questo) ed il risultato, eccetto qualche momento innegabilmente un po' pesantuccio e forse anche poco chiaro, a dispetto di ogni detrattore, mi dispiace ma è tecnicamente ottimo.

Al di fuori della forma (nella quale non sta di certo tutto il bello del film), quella della pellicola è una storia d'amicizia vera nel senso letterale del termine, di cui a livello di principio, forse (ma anche senza forse) ce ne sarebbe bisogno nella vita reale, allora che era il 1996 come a maggior ragione adesso; e a tal riguardo, trovo che la pellicola vada letta, o meglio vista assai tra le righe (se così non fosse, si potrebbero fare tremila discorsi: che quella dei protagonisti fu fin da allora un'amicizia maledetta, non dettata da libera scelta ma forzata dal ritrovo in circostanze disagiate, che con il tempo, se il primo secondino non fosse morto sarebbe stata destinata a svanire per le libere scelte di ognuno, dal momento che tutti non avrebbero più avuto un motivo per ritrovarsi e via dicendo, peccato che vi sia di più, molto di più da apprendere. Questa almeno è la mia opinione, ognuno poi vede quello che gli pare). Se ciò non bastasse, la scena finale da sola vale davvero più di mille parole, vedere per credere, a me ha fatto venire la pelle d'oca.

Un gioiellino signori miei, da vedere e da collezionare. Alcune piccole precisazioni, il film è tratto dall'omonimo romanzo di Carcaterra uscito nello stesso anno, ma ciò non ha per nulla impedito, come ampiamente detto, al regista di metterci del suo; fortunatissimo il nostrano Vittorio Gassman, che ebbe l'onore di recitare in una pellicola simile e affianco a tutte queste bestie d'oltreoceano; imperdonabile Pino Farinotti, che ha dato due stelle a questo capolavoro sostenendolo (con testuali parole) "fluido, lento e senza lampi", entrando tra l'altro anche in contraddizione col suo giudizio.