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THE ROAD regia di John Hillcoat

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Leonard Shelby     7 / 10  09/11/2010 23:44:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La trasposizione cinematografica del romanzo di Cormac McCarthy mantiene tutto sommato le aspettative, che per quanto mi riguarda erano molto alte.

Lo scenario post-apocalittico nel quale i due protagonisti(padre e figlio) si trovano coinvolti è devastante:
Un grigio tetro domina incontrastato, rendendo privo di vita il mondo circostante.
Desolazione, senso di impotenza...
Si può solo tentare di sopravvivere più a lungo, andando a sud, cercando di sostenersi a vicenda con l'amore dell'uno verso l'altro.
I ricordi(quelli sì luminosi e intensi) riaffiorano spesso lungo la strada da percorrere, una strada nel quale la fame non dà pace e in cui ogni incontro con altri sopravvissuti può rivelarsi fatale.

Pensare che il film sia lento, noioso o senza ritmo è senz'altro plausibile, ma è innegabile che è quanto di più verosimile si possa immaginare da un film catastrofico.
Viene dato spazio nullo alla catastrofe di cui non sappiamo un bel niente ma è invece ampio quello dedicato ai sentimenti, alle reazioni che l'uomo dovrebbe provare in tali situazioni.
Il rapporto padre-figlio è il centro di tutto, l'amore reciproco l'unica cosa che consente di resistere alle intemperie.
Un film davvero sorprendente per la sua normalità e anormalità al tempo stesso.
I nostri occhi sono stati abituati a vedere esplosioni e botti di capodanno in nei film apocalittici, ma qui ne veniamo privati.
Mancano scene memorabili o momenti che prevalgono per importanza ai fini della trama, non sappiamo cosa sia accaduto prima, nè cosa accadrà dopo.
I protagonisti sono uomini comuni, non eroi...
Tutto questo è all'apparenza un difetto ma in realtà costituisce la vera essenza del film.
Viggo Mortensen oltre a essere uno dei miei attori preferiti è anche uno dei migliori in circolazione e questa eccellente interpretazione ne è l'ennesima prova.
Brevi ma sentite le apparizioni di Duvall, Pearce e di Charlize Theron.
Non sarà un capolavoro, ma è da premiare per la sua originalità e per il suo non essersi piegato alla spettacolarizzazione superflua e alle banalità che troppe volte abbiamo visto in questi casi.