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MY SON, MY SON, WHAT HAVE YE DONE regia di Werner Herzog

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elio91     8 / 10  21/10/2010 22:16:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esperimento da vedere,non solo per il nome del produttore (unico a credere nel progetto) ma perché Herzog qui fa il furbone e mischia il suo stile con quello di Lynch,tanto da risultare camaleontico in alcuni tratti (i migliori,quelli più fuori di testa). D'altronde fare un horror senza sangue né effettacci sanguinolenti ma mantenendo un filo sottile di tensione sottopelle per tutta la durata del film è roba da autori esperti e Herzog lo è.
A modo suo My son può essere visto anche come omaggio a Lynch,l'utilizzo di suoi attori feticcio come Grace Zabriskie lo conferma (pure Dafoe rientra nella categoria in quanto ci ha lavorato in Cuore selvaggio),alcune scene surreali e estranianti si rifanno certamente alla visione lynchiana. Però sarebbe errore madornale pensarlo come un film di Lynch,difatti questo è Herzog allo stato puro che trova un punto di contatto con il regista di Missoula. E di punti in comune già ne avevano in passato se pensiamo ai nani che hanno cominciato da piccoli o che fanno i ballerini,alla follia esplicita e insensata di molti passaggi. Splendide alcune sequenze,un pò meno altre in cui si perde di interesse. Ma vedere gli attori immobili che guardano fisso in camera fa un certo effetto. Noi,spettatori chiamati in causa,spettatori di una pazzia sempre più incomprensibile che riesce ad investirci in questa maniera (con sei paia d'occhi dritti in camera) volenti o nolenti. Siamo chiamati ad un coinvolgimento in questa maniera assurda.

C'è la natura,ci sono tanti fenicotteri ora veri,disegnati,finti,ma sono dappertutto. Ci sono gli struzzi. C'è il teatro. C'è la semplice rappresentazione agghiacciante di una follia che non ha bisogno di essere spiegata in flashback o psicologia spicciola,ma di essere vista e seguita passo passo. Un enorme baratro oscuro in cui tutti i detective,le fidanzate e i teatranti sono solo figure di passaggio messi di fronte al vero attore principale di questa terribile tragedia con la t maiuscola.
L'incontro con il vero Brad nella realtà ha turbato profondamente Herzog ma sembra di intravedere una sorta di pietismo nei suoi confronti da tanti dettagli,non ultimo il finale. Forse è l'incompreso più estraniato e difficile di Herzog,non il folle conquistatore che va verso l'autodistruzione per la ricerca di una gloria assurda,né un folle buono il cui desiderio è portare l'arte nelle foreste. Herzog questo personaggio forse non lo ha capito fino in fondo,per questo lo ha turbato,evidentemente la lunghezza d'onda era distante anni luce. Enigma per lui e pure per gli spettatori rimane tale,di conseguenza. C'è probabilmente il fallimento glorioso perché possiamo parlare di gloria anche se il gesto,l'unica pazzia sana di Brad,porta un bambino a giocare.
Spesso si ha la sensazione di assistere ad un esercizio stilistico fine a sé stesso,fatto per compiacere un certo tipo di pubblico ma che inevitabilmente non ci riesce. Meno male però che quasi tutto il film viaggi su binari di qualità altissima.