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BLOW UP regia di Michelangelo Antonioni

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amterme63     8 / 10  05/08/2007 18:58:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film per menti volenterose.E’ difficile non farsi venire addosso la sensazione di noia. Ci si domanda di continuo dove il film voglia andare a parare, perché ci mette tanto a svilupparsi.
In realtà è proprio su questa sensazione di “non senso” e noia che si vuole giocare. Basta avere l’accortezza di estraniarsi anche dalle proprie sensazioni per avere in mano la chiave del film. Certo è un processo piuttosto sottile e cerebrale, ma è su questo che punta Antonioni per poter svelare il presupposto di tutti gli esistenzialisti: la mancanza di significato o scopo della vita umana. Più nello specifico la “reificazione”, cioè la riduzione dell’uomo a semplice oggetto indifferente, tipo uso e getta. In linea con secoli di tradizione filosofica scettica, il film è un’altra testimonianza dell’illusione del reale (realtà che viene messa in dubbio, finzione che diventa realtà). La Londra pre-sessantottesca viene, secondo me, criticata da Antonioni. I giovani sono solo vani e attaccati a feticci, come i vestiti o i manici di chitarra.
La storia rappresenta la giornata di un fotografo, ma di questa persona non sappiamo neanche il nome. Lo vediamo intento nella sua routine di uso della figura femminile come semplice oggetto da raffigurare o da usarsi per i propri piaceri. Alla società basta il simulacro delle persone, non la persona stessa. Nel suo vagabondare fotografico della realtà si trova impelagato nella vicenda di una donna misteriosa. L’istinto di conoscere lo porta a scoprire un omicidio. Eppure di questo fatto non interessa niente al suo amico del cuore mezzo drogato o alla sua ninfomane compagna. Anche lui alla fine annega il suo istinto di interesse per gli altri nell’indifferenza generale.
Il tutto di svolge con ritmo molto lento, evitando apposta scene drammatiche e riducendo tutto ad un lento scorrere. L’episodio dell’omicidio poi è inframezzato da tante digressioni, tutte per mostrare che non c’è niente che è più importante di qualcos’altro. Tutto è indifferente nell’universo. Addirittura tutto è apparenza, i sensi possono ingannare. Si vive tranquillamente con il simulacro di tutto, dei sentimenti come degli oggetti (la partita a tennis mimata). Soprattutto si vive soli (inquadratura finale panoramica dall’alto del fotografo solo in mezzo ad un prato).
Granf  05/12/2008 16:29:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Analisi perfetta. Complimenti.
amterme63  05/12/2008 23:51:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie. Molto bravo anche tu.