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INSEPARABILI regia di David Cronenberg

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ULTRAVIOLENCE78     7½ / 10  02/04/2009 02:17:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film della maturità –a detta degli esperti- di David Cronenberg segna il superamento del genere horror (benchè ne permangano le tracce) e il passaggio a forme diverse con le quali proseguire l’analisi sulla natura umana.
Con “Dead Ringers” (ovvero sosia, copie, ritratti identici), il regista canadese scandaglia il rapporto simbiotico e patologico tra due fratelli siamesi uguali in tutto e per tutto sotto il profilo fisico, ma estremamente diversi nel carattere: laddove essi combaciano all’apparenza, come fossero l’uno lo specchio dell’altro, divergono invece sensibilmente nel modo di reagire agli eventi e di relazionarsi agli altri. I gemelli condividono tutto: abitudini, casa, lavoro e successo; ma quando sopraggiunge la passione, il sentimento, comincia a crearsi una frattura tra i due, dalla quale origina quella che sembra divenire una crisi insanabile. E’ il terzo incomodo, l’amore per una donna a porre fine all’equilibrio d’una vita vissuta nell’interscambiabilità dei ruoli, nella presunzione di poter imporre una fungibilità impossibile perché impossibile è annullare l’unicità del soggetto in nome di una integrale mimesi di fatto non attuabile. Per converso, anche una scissione netta tra due fratelli, secondo l’ottica del regista, non può aver luogo e niente e nessuno può determinarla, senza causare nel contempo infauste conseguenze. In questo senso Cronenberg descrive, attraverso uno stile narrativo esternamente freddo e asettico (così come freddo e asettico è l’approccio agli esseri umani che implica la professione dei due protagonisti) lo sviluppo della crisi tra i due “inseparabili” fratelli, focalizzando il suo sguardo su quello (Beverly) che si mostra più dilacerato nel conflitto interiore, che in lui trae origine dal contrasto tra la tensione amorosa verso la donna e l’indissolubile legame naturale con il consanguineo: rapporto, quest’ultimo, di cui si mettono in evidenza gli aspetti morbosi, così come rivelano, in particolare, la famosa scena del sogno e l’epilogo tragico. All’interno di questo “patologico” rapporto, la figura femminile si configura come elemento separatore, simboleggiato da quegli stessi strumenti ideati originariamente da Beverly per la sua distorta e allucinata concezione di corpo femminile (“è lei che è sbagliata dentro”, “è una mutante”), e che alla fine questi utilizzerà per compiere il sacrificio finale.
“Dead Ringers” è una pellicola indubbiamente accattivante, perché attraversata da quella vena a un tempo malsana e visionaria (che trova massima espressione nella succitata sequenza onirica, intrisa di “body horror”) tipica del cinema “cronenberghiano”; tuttavia permangono delle riserve sulle idee di fondo, che peraltro il regista canadese ha trattato e sviluppato calcando un po’ la mano e sfociando, forse, nell’“intellettualoidismo”.
Due curiosità: pare che la produzione sia stata costretta a modificare il titolo originale, a causa del coevo film di Ivan Reitman “Twins”; colui che interpreta, in un cameo, lo scultore che fabbrica gli strumenti ginecologici per il gemello Beverly è Stephen Lack: l’interprete principale di “Scanners”, nonchè scultore nella vita reale.