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INSEPARABILI regia di David Cronenberg

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amterme63     8 / 10  04/10/2010 20:47:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Inseparabili" appartiene al gruppo dei film di Cronenberg in cui l'eccezionale e l'estremo non interessano il mondo fisico umano ma quello mentale (tipo "La zona morta" e "Crash). Inoltre sono presenti anche tutte le altre caratteristiche che formano l'ossatura della gran parte dei suoi film. Ad esempio c'è la tipica figura femminile pansessuale che sconvolge il protagonista, turba un equilibrio fittizio ed instabile e trascina il malcapitato in una spirale di irrazionalità e distruzione.
Il sottofondo ancestrale, istintuale che emerge, vince e distrugge la parte razionale e sociale umana è in questo caso il fortissimo legame che unisce due gemelli. Cresciuti fin dall'infanzia in maniera morbosamente autosufficiente e isolata rispetto al mondo esterno, è come se fossero veramente uniti da un collegamente fisico, proprio come due gemelli siamesi. Il destino dell'uno è in pratica indissolubilmente legato a quello dell'altro e questo sentimento di predestinazione reciproca è sentito come più forte della freddezza razionale e della volontà di resistergli. Ancora una volta la "ragione" pensa di essere superiore, di dominare e controllare tutto e invece finisce miseramente travolta da forze incontrollabili molto più potenti di lei.
Questo è il disegno di Cronenberg e il film ce lo mostra chiaramente, solo che, secondo me, non è riuscito perfettamente a calarlo nella storia. Ci sono passaggi che non quadrano, voltafaccia improvvisi, cambiamenti di atteggiamento inspiegabili. Insomma "Inseparabili" appare alla fine come la tipica storia "forzata" a dimostrare una certa tesi, piuttosto che una storia che nel suo farsi naturale "evidenzia" la suddetta tesi.
La contraddizione sta nel fatto che per 4/5 del film Cronenberg sembra intenzionato a mettere in rilievo tutto ciò che distingue i due gemelli, piuttosto che quello che li accomuna, per poi passare improvvisamente a una strana ed estrema comunione di intenti, a un "cupio dissolvi" condiviso che fin a quel momento non aveva minimamente sfiorato uno dei gemelli, quello più "forte".
Il carattere di Beverly (il gemello "debole") è quello più plausibile, più curato, più intenso, più credibile. La mistura di insicurezza, delicatezza, intensità, sensibilità, fuga nel sogno, malattia mentale è rappresentata e trasmessa in maniera molto sicura e convincente (grazie anche alla magistrale interpretazione di Irons).
Non così però il carattere di Eliot. Per la gran parte del film è freddo, distaccato, riesce in qualche maniera a controllare la situazione. Certo, a un certo punto se la fa sfuggire di mano per la leggerezza e per il brutto vizio di giocare con le persone e i sentimenti. Comunque la sua intenzione di curare il fratello, di farlo uscire dal circolo vizioso in cui si è cacciato è seria e sentita. Solo che, a un certo punto, di fronte al proprio fallimento, invece di continuare a essere quello che era sempre stato e abbandonare il fratello al suo destino (come lui stesso gli chiede), cede a un sentimento di appartenenza totale che fino a quel momento non era mai venuto fuori con tale prepotenza. La scena cruciale è il breve dialogo con la sua ragazza, in cui lei (giustamente) rimprovera una passività e un'arrendevolezza che non aveva mai conosciuto in lui. Il repentino cambiamento di Eliot è secondo me un passaggio mal rappresentato, quasi forzato. Ed è così che dopo una delle tante ellissi che caratterizzano il film (in questo caso molto strategica), troviamo Eliot conciato come Beverly, se non peggio.
Evidentemente a Cronenberg interessava poco "spiegare" una trasformazione, per lui contava di più come realizzarla e rappresentarla con il massimo del risultato visuale ed emotivo. Da questo punto di vista ci è riuscito proprio in pieno. Il film è ricchissimo di primi piani e campo/controcampo (forzati dal fatto che i due protagonisti erano interpretati dallo stesso attore) e questo aiuta a coinvolgere emotivamente lo spettatore (soprattutto per quanto riguarda Beverly). L'ambientazione è quasi tutta in ambienti chiusi, per lo più scuri e a dominanza rosso-marrone-nero. Pochissime le scene in esterni e in piena luce. Una sottile tensione poi pervade ogni inquadratura e viene trasmessa di scena in scena, fino al climax finale, veramente micidiale.
Nonostante le incongruenze il film è davvero forte e coinvolgente. Lascia dentro inquietudine e disagio. Bravo Cronenberg e soprattutto Irons, uno dei miei attori preferiti.