lukef 6½ / 10 17/07/2017 13:03:17 » Rispondi Che dire di questo lavoro di Cronenberg? Tratto dall'omonimo (capo?)lavoro di Burroughs, non ne ricalca il fascino né la componente originale. Insomma, non mi è piaciuto. Vorrei dire che Cronenberg forse condivide con Burroughs il gusto per la deformità, il senso dell'orrore "esistenziale" e un certo coraggio di superare i limiti convenzionalmente attribuiti alle rispettive arti. Temo però che le somiglianze finiscano qui e non bastino a fare di questo film un'opera unica. In primis, l'innovazione di Burroughs è anzitutto lessicale e dialettica. L'uso spregiudicato e arbitario delle parola, per esempio, non si può replicare nel visivo; al più si possono recitare i dialoghi, ma non è la stessa cosa. Il regista fa poesia con le immagini, il poeta con le parole.. E le "traduzioni" stridono un po'. Non di meno, la depravazione del libro (che ne costituiva uno degli elementi più mind-blowing, per dirla all'americana) non è comunque tutt'oggi replicabile per ovvi motivi di decenza (pur precedendo il film di oltre trent'anni). Ciò detto, anche a fronte dei succitati difetti, questa pellicola resta un qualcosa di diverso dal solito che credo valga la pena di vedere.