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IL PASTO NUDO regia di David Cronenberg

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Guy Picciotto     8½ / 10  20/08/2009 12:23:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E uno dei risultati più sorprendenti raggiunti da Cronenberg. Un dramma onirico che vede tanti, troppi punti di contatto legati alla civiltà odierna, sopratutto a ciò che rimane fuori dalla scena, un film che potrebbe benissimo essere una metafora dell'operato della CIA, e di tutte le organizzazioni segrete che con le loro oscure manovre stanno catapultando il mondo verso il nuovo ordine mondiale. Difficile fare un ragionamento lineare, si perseguono tante strade dentro questo film, tante quante c'è ne sono nel libro di Burroughs. Bill Lee (alter ego di W.Burroughs), affetto da inquietanti e angoscianti allucinazioni effetto di assunzione di droghe non ancora sintettizzate , uccide sua moglie e scappa a Tangeri dove si crede coinvolto in un complotto con esseri di un altro pianeta , che dovrebbero essere allucinazioni causate da una droga, ma che appunto come ho spiegato prima nascondono anche una sottile metafora allorquando sempre all'interno del suo delirio Bill viene contattato dai servizi segreti per svolgere un ruolo in incognito di agente sotto copertura, un conflitto interiore che si specchia nel conflitto cospirativo reale (a questo proposito illuminante il pezzo in cui il mugwamp fa notare a Lee che di questo passo potrebbe diventare un giorno un vero agente della CIA vista la sua attitudine di scrittore visionario cospirazionista), conoscendo Burroughs questa sarebbe un ipotetica chiave di lettura, il tema di fondo del film poi potrebbe essere allargato all'ambiguità sessuale. Il protagonista, che all'apparenza sta risolvendo un complicato intrigo alieno, è in realtà molto dubbioso sulle sue preferenze e pulsioni sessuali. Non è una checca, dice, ma flirta con altri uomini, anche se si innamora di una donna, ma il nucleo essenziale della sua personalità resta integro grazie alla fusione col suo "oggetto se", la macchina da scrivere: cruciale il ruolo delle macchine da scrivere (che si trasformano in insetti): morbose, ossessive, gelose, e con evidenti riferimenti fisici agli organi sessuali maschili e femminili.
Io penso che qualsiasi paragone con altre opere e’ inadeguato quanto sfrontato. Leggere e capire Burroughs, la sua storia, i suoi libri, i suoi cortometraggi, e tutta la sua produzione, prima di tutto, e poi immergersi in questo capolavoro del 1991 di Cronenberg, aiuta a capire meglio chi siamo e dove siamo, senza aver paura e doverci nascondere dietro all’ignoranza dello spiegare tutto attraverso la religione, lo stato sociale ed il dogma, che e’ sicuramente piu’ semplice e meno faticoso ma piu’ vile e dannoso soprattutto se si ha una visione proiettata verso il futuro e non ristretta al lasso temporale della vita che stiamo vivendo, un soffio se paragonata alla storia e soprattutto alla non-storia della mitica età dell’oro. Come disse Burroughs stesso e come riporta Cronenberg all’inizio del film: “Niente è vero. Tutto è permesso”, per l’appunto , niente è vero in questa società costruita su delle menzogne, con i suoi abitanti oramai fagocitati e lobotomizzati che difficilmente riusciranno più a risvegliarsi da questo spettacolo globale che ha le stigmate luciferine e gli adepti di Satanasso.
Ad una lettura più superficiale non è altro che il delirio di uno in pieno trip che non si ricorda nemmeno tra un trip e l’altro di stare a tirar giù un libro fantasy, ma questo mondo mentale di Lee è troppo malato, viziato, tossico, per non trovare assonanze ad una chiara critica alla società dell’era spaziale, un mondo che setaccia il moschino, e si ingoia cammello arabo e tenda intera.
Il pasto nudo è un inferno fatto di dolore, solitudine, alienazione e, soprattutto, dipendenza.
La(e) storia(e) si districa(no tutte) intorno a una città fantastica e terribile, l’Interzona,teatro di oscuri traffici clandestini di droghe illegali e aliene e di informazioni segrete. È in questa città sospesa fuori dal tempo che agiscono i protagonisti, tutti emarginati di un’umanità abietta, a vario titolo inseriti nel sottobosco criminale delle sue strade e inquadrati in una cospirazione di più ampio respiro, che coinvolge gli ambienti della politica, della medicina, dell’editoria e del terrorismo internazionali, tutti quanti dediti in modo più o meno velato ai precetti delle credenze esoteriche e delle religioni misteriche.
Io credo che Cronenberg sia riuscito a dare forma alle (anche al 40% sarebbe già un risultato strepitoso a mio modo di vedere considerando la genialità policentrica irradiante del libro) ossessioni di Burroughs per il controllo, la sua paranoia innata, il suo profondo senso di repulsione verso ogni forma di condizionamento che può venire dal sistema (inteso come società, stato, complesso di valori religiosi, culturali e politici).