kowalsky 7½ / 10 19/05/2007 20:28:55 » Rispondi L''ossessione necrofila. feticista e (forse) scatologica (bleah) di Cronenberg trova qui la sua via definitiva: non è certo il suo miglior film, ma "soltanto" un curioso e bizzarro esperimento che sa troppo di concessione alle major e al cinema fantahorror di consumo, anche se migliore della media. Eppure... L''ossessione del corpo-macchina occulta e supera il confine tra piacere, dolore, vita, morte, sogno e realtà: la connessione dei corpi, sublime emblema di sodomia asessuata, trova nell''ignoto l''elemento primario, nell''inesprimibile un circuito che vive, vegeta, si nutre, dorme si infetta e muore come un qualsiasi altro organismo vivente. Ideologico, ma non senso tradizionale del termine: nel film la fiducia umana è un sentimento che può mutare improvvisamente, atta a spogliare la diffidenza ...
Non è certo il dramma psichico di migliaia di cloni per coniugarsi nel pensiero unico e destabilizzante, come in "Fight Club", anzi probabilmente il film è meno inquietante di quello di Fincher: prendi la fuga della protagonista, icona e dea o ancora nemica sociale, tormentata dal bieco servilismo della sua celebrità, dal Culto di sè, dall''ambigua urgenza espressivo-relazionale che lega geneticamente le persone più diverse tra di loro, e LE SEPARA QUANDO IL POTERE INTERVIENE SUI LORO STATI D''ANIMO. Insomma, sembra dirci Cronenberg, la mente è ancora libera, al di là del gemmellaggio (siamesismo genetico, cfr. inseparabili vs. Scanners) come prevenzione-rimozione-annientamento dei pericoli della razza umana.
E anche la materia come disgustosa fonte di forza
E l''azione senza un percorso definito o una scelta totalitaria
O l''ambiente, fucina di mille attività ora laboratorio ora macelleria ora fabbrica ora cella mortuaria, quasi una citazione di "Tempi moderni" di Chaplin
E'' il fattore X - ignoto mistero - che dà voce alla prospettiva di tanti volti, agnostici e alla ricerca di un D.io virtuale
Eppure, diciamo che anche un film apparentemente labile e informale come Existenz dice più cose sul mondo contemporaneo di quanto si possa credere, e forse andrebbe rivisto con altri occhi, ma non so dire quali (?)