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LA ZONA MORTA regia di David Cronenberg

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Godbluff2     7 / 10  09/05/2022 23:12:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film che guadagna punti in più soprattutto grazie alla grande interpretazione di Christopher Walken (ma va ? E non è nemmeno una delle sue migliori secondo me, in ogni caso grandissimo). Per il resto, per il suo primo film completamente americano, prodotto da Dino DeLaurentis e Debra Hill, Cronenberg accetta di smorzare la sua vena autoriale e dirigere questo adattamento del romanzo di King. Un debutto americano "cauto" si potrebbe definire. "La Zona Morta" è il primo film da lui diretto che non ha anche sceneggiato (scritto da Jeffrey Boam, ottimo scrittore del cinema d'intrattenimento, che sceneggerà anche il secondo "Arma Letale" e "L'ultima crociata").
Ecco, alla fin fine è un film piacevole da guardare ma che resta abbastanza piatto per tutto il tempo. Cronenberg si concentra sul dramma e sulla vicenda complessiva del protagonista senza una vera e propria trama centrale, in un film praticamente episodico, fatto di piccoli blocchi narrativi nei quali il personaggio di Walken si dibatte contro il nuovo se stesso, contro gli eventi, mentre cerca di riprendere il controllo di sé, della sua mente e della sua vita. Si muove in questi "blocchi" senza uno scopo preciso, fino a quando la storia arriva al suo picco drammatico. La narrazione ne esce un po' frammentata e senza particolari guizzi, come detto da una sensazione di piattezza, di linearità molto "grigia", ma al di la di una scrittura non ispiratissima la scelta di raccontare così le vicissitudini del protagonista è affascinante; i guizzi invece Cronenberg riesce ogni tanto a regalarli nella regia utilizzando al meglio inquadrature, fotografia e scenografie (tutta la parte nella casa del serial killer).
I poteri mentali del personaggio sono un piccolo filo di collegamento con i topos del regista, quantomeno soprattutto con "Scanners", ma è roba di poco conto.
Christopher Walken invece è del tutto convincente, spaesato, balbettante, insicuro, inquietante quando il momento lo richiede, sa leggere il personaggio alla perfezione, in ogni sua sfumatura, di sguardo, di gestualità, di voce. Attore divino, che vale "il prezzo del biglietto".
Un discreto film "di raccordo" tra il primo Cronenberg indipendente e il successo Hollywoodiano d'autore con "La Mosca" che lo consacrerà ad un pubblico più ampio, portandone anche a compimento la sua poetica.