jack_torrence 7 / 10 12/09/2014 01:44:09 » Rispondi Film molto meglio di quanto se ne sia detto in giro. Inspiegabile la sua modesta fama in Italia. Guadagnino con quest'opera si è ...guadagnato stima e rispetto persino da Martin Scorsese. Il film è bello, anzi bellissimo. Sotto il profilo estetico ha classe da vendere, e affascina, ammalia anzi, inebria con uno stile padroneggiato con innegabile narcisismo. Non ne è schiacciato: il suo limite non è la maniera (viscontiana; lo dice Guadagnino nelle interviste e non può negarlo), ma una ricostruzione sociale e psicologica leggermente asfittica, una perfezione e un controllo che si sentono eccessivamente preconcetti e chiusi nell'amore per il cinema e l'arte, non aperti all'amore come da titolo. Per farla breve in sostanza non è importante se l'invaghimento per il cuoco, causa di tragedia, sia amore o soltanto desiderio di fuga: il punto è che, qualunque cosa sia, non ha esito ma soprattutto non ha coscienza ("io amo Antonio" + le immagini sui titoli di coda non aggiungono nulla al senso del film, che si ha l'impressione possa prescindere dai reali sentimenti della protagonista...e questo è grave). Il pregio dell'opera è cmq l'essere incentrato su una donna prigioniera; vorrebbe ispirarsi alla Bergman di Rossellini. Ma se Guadagnino è bravo a variare su modelli viscontiani, è ben lontano dalle sofferenze della Bergman in un Europa '51.
[Perdonabile (sino a un certo punto...) l'aver imposto alla Swinton con accento inglese il ruolo di una russa. Verosimiglianza linguistica gettata nel cestino; tant'è].