Tuonato 8½ / 10 02/01/2013 16:06:18 » Rispondi Ho un debole per gli anni 60 ed alcun pregiudizio per uno stilista finocchio (forse è un tantinello più di questo) che abbia ambizioni di regia; d'altro canto oggi c'è chi passa con incauta noncuranza dalla radio alla tv, dal grande schermo alla penna delle più sopraffine (sono sarcastico, sia chiaro!). Il tema dell'omosessualità è qui usato solo come esca, uno spunto per arrivare infine all'amore e più in generale al senso della vita.
<<dallo specchio mi fissa di rimando non tanto un volto quanto l'espressione di una difficoltà ...del resto il mio cuore è spezzato mi sembra di affondare, di annegare, non riesco a respirare.>>
George è un uomo, gay ma sempre "uomo", sull'orlo del baratro a causa dell'impossibilità di cancellare il ricordo del suo grande amore scomparso in circostanze tragiche. Tom Ford svolge un lavoro di gran classe colle inquadrature e sui colori (da applausi il passaggio dal grigio alle tonalità vive nei rari momenti in cui George si accorge del mondo che lo circonda), dosa con cura i tempi di alternanza tra cronaca e flashback, confeziona nel complesso un film elegante, delicato, intenso, pieno. Colin Firth (George) si conferma attore straordinario, incredibilmente naturale nei panni di un gay e inappuntabile nel suo stile british. Persona che stimo anche per l'impegno nel sociale, a proposito della 'Proposition 8' californiana (annullamento del diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso) disse <<Se una cosa del genere, una cosa talmente retrograda, è stata approvata nel 2008 allora forse non abbiamo ancora fatto nessun progresso. Sto interpretando il ruolo di un uomo che, vivendo nel 1962, non si vede riconosciuti alcuni diritti fondamentali in quanto gay; forse siamo ancora nel 1962>> Viste la sua levatura e la sua "italianità" mi chiedo del perché non sia mai stato coinvolto in progetti con registi italiani.