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LOURDES regia di Jessica Hausner

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oh dae-soo     8½ / 10  15/07/2010 13:15:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE: il commento potrebbe contenere anticipazioni.

Se c'è qualcosa di impossibile per i film che affrontano argomenti religiosi è riuscire a non far capire allo spettatore quale sia il pensiero del regista, Credere o no. La Hausner riesce invece nell'intento attraverso due piccoli e geniali accorgimenti. Per chi non lo sapesse Lourdes racconta la vicenda di una ragazza affetta da sclerosi multipla guarita (?) per miracolo (?) nella città di pellegrinaggio francese.
Il primo accorgimento della regista è far sì che a guarire sia proprio la ragazza sprovvista di fede, o comunque con un credo molto inferiore ai suoi compagni di sventura. Questo piccolo particolare ha una straordinaria ambivalenza: se da un lato può essere la testimonianza che la fede non serva a niente nè porti a nulla, dall'altro è invece la dimostrazione di quanto Dio possa intercedere per chiunque, fedele o no. A seconda di come si legge l'episodio, credenti o non possono portarlo a loro "favore". Perchè ho messo i punti interrogativi nel precedente paragrafo alle parole "guarita" e "miracolo"? Perchè lì sta il secondo capolavoro di sceneggiatura. In un finale straordinario, nel quale per 10 minuti il film diventa quasi un thriller, un thriller della guarigione e della speranza, la regista ci dà piccolissimi ma forse decisivi segnali di qualcosa: la caduta, l'angosciante attesa sulla parete ( e qui il livello recitativo della Testud è incredibile) e il mettersi sulla sedia a rotelle. C'è stata davvero una guarigione definitiva o è cominciato un peggioramento? In caso di guarigione, è dovuta a Dio o a qualcos'altro? Anche qui, a seconda di "convenienza" o di semplici sensazioni si può scegliere l'ipotesi preferita.
E' indubbio che il film non sia tenero nei confronti di Lourdes (il merchandising, la frivolezza delle volontarie, l'invidia tra i malati, il prete stereotipato) ma non fa che raccontare un'oggettività, una realtà che esiste e che ci viene mostrata in una maniera quasi documentaristica ( tranne le scene di dialoghi, quindi di obbligata fiction,non è "Lourdes" quasi un documentario?).
In questo senso la regia è in perfetta simbiosi con la materia trattata: abbiamo una staticità incredibile della macchina da presa che compie al massimo qualche panoramica orizzontale o verticale senza mai muoversi dalla sede (nè carrelli, nè riprese dirette dell'operatore). Anche i dialoghi non hanno mai campi o controcampi ma avvengono in inquadratura fissa.
Parlavo di simbiosi con la materia perchè tale regia rappresenta e rispetta la staticità della liturgia e ( non la si consideri una battuta ma una considerazione ponderata) sembra quasi affetta da una paraplegia al pari della sua protagonista. Liturgia e malattia invalidante = regia statica. Una regia dinamica, mossa, avrebbe portato a tutt'altro film.

Insomma, un gioiellino sia per icontenuti che per la bravura della Hausner, girato tutto in un'atmosfera sommessa, sotto le righe, come del resto sotto le righe è l'ottima interpretazione della Testud (che mi ricorda molto fisicamente la nostra Rohrwacher).

Una considerazione finale che esula leggermente dal film è che, a mio parere, per chi è credente (come me) non dovrebbero esistere luoghi della fede. Se crediamo in Dio dobbiamo pensarlo in ogni luogo e in ogni cosa. Lourdes non è in Francia, Lourdes è anche qui, a casa mia. Dio non è nei luoghi di pellegrinaggio, ma qua intorno a noi; è qui vicino a mia filglia che gioca per terra e, divertito, mi vede scrivere di lui.
amterme63  29/10/2010 17:41:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo Giuseppe. Anche tu hai evidenziato un sacco di elementi (soprattutto formali) che a me erano sfuggiti.
Effettivamente i film religiosi più profondi sono quelli visti con un ottica non militante, magari girati da scettici o da neutrali. Penso a quei grandi capolavori che sono Ordet di Dreyer e La Passione secondo Matteo di Pasolini. Tutte queste opere condividono l'approccio neutro, banale, normale, quasi casuale e per danno ai fatti rappresentati tutta la concretezza e l'imperfezione del reale. Si sente di più la verità e la vita vissuta e reale e i fatti assumono un valore che va al di là dell'ideologia o della dottrina che ne è derivata. Diciamo che un non-religioso senza pregiudizi riesce a rappresentare meglio ciò che è religioso, di un celebrativo.
oh dae-soo  29/10/2010 17:46:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non posso far altro che sottoscrivere tutto.
KOMMANDOARDITI  16/07/2010 18:12:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Gius, devo dirti che ho trovato sorprendente ed azzeccatissimo il triplice parallelismo che hai rinvenuto nel film : staticità delle riprese/ staticità liturgica del luogo/ staticità paraplegica della protagonista.
Inutile aggiungere che la tua analisi la condivido per filo e per segno.
Le pecche maggiori che personalmente ho riscontrato nel film sono esclusivamente a livello formale : l'Haneke style sta diventando un po' una moda tra i giovani registi indipendenti europei attuali e ciò alla lunga rischia di stancare , oltre che penalizzare soggetti e sceneggiature validi.

Assurdo è stato l'iter pubblicitario che questo film ha attraversato :

- PRIMA FASE : Il secco titolo religioso crea un superficiale fraintendimento e porta ad una defezione in massa di tutta la fetta non credente del pubblico.

- SECONDA FASE : il primo ateo visiona il film ed inizia a reclamizzarlo per mari e per monti come il non plus ultra delle opere laiche ed anti-cattoliche; tutta l'audience che in precedenza aveva dato forfait si catapulta vorace sul presunto cimelio contro-religioso.

- TERZA FASE : il film inizia a piacere molto soprattutto ai credenti, per via del miracolo mostrato ; le due fazioni si contendono all'ultimo sangue la pellicola, esaltandola ognuna a manifesto del proprio credo.

- QUARTA FASE : siglato un trattato di pace che mette definitivamente d'accordo le due ale belligeranti ; LOURDES assume nazionalità svizzera e perciò neutrale....adesso è PATRIMONIO DI TUTTI !

...Però, che Via Crucis.... :-D
oh dae-soo  16/07/2010 18:24:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La Via Crucis che hai tratteggiato è perfetta. Ti dico da videotecaro che il punto 1 è tristemente verissimo.


Riguardo la staticità liturgica non intendevo soltanto quella del luogo, ma anche quella degli ATTI liturgici, che siano una messa, una benedizione, un'abluzione, una pregiera.