tylerdurden73 6½ / 10 16/02/2010 14:58:42 » Rispondi L’atmosfera magica e seducente di Genova arriva energica sprofondando lo spettatore nei labirintici caruggi.Winterbottom eleva un’ode al capoluogo ligure illustrando,come un folle innamorato, vizi e virtù di un luogo da sempre rifugio delle più disparate culture ed etnie.La città è elemento fondamentale all’interno del quale il regista cala i suoi personaggi,nello specifico una famiglia americana reduce da una tragedia di quelle che devastano e sconvolgono la vita.Loro malgrado, un uomo e le sue due figlie,si troveranno impegnati ad elaborare il lutto ognuno a suo modo. Si respira un’atmosfera opprimente a tratti,come se un’altra tragedia incombesse,Winterbottom conduce quindi con perizia la narrazione,ma pecca nell’analisi dei personaggi. Il suo approccio è molto sbrigativo in più situazioni,in partenza riesce a strutturare un credibile spaccato di disperazione, per poi proseguire e chiudere in maniera sobria,quasi affrettata, riducendo l’accettazione del dolore ad una condizione risolta con troppa semplicità a fronte di premesse difficilmente superabili come il senso di colpa,la negazione tramite la ribellione e il “non detto” come ultimo baluardo di un caparbio trincerarsi dietro apparenze di comodo. Resta però ben impresso il claustrofobico panorama urbano della Genova vecchia alternato a quello più rassicurante dei magnifici palazzi e degli scorci marittimi,tra i quali è doveroso segnalare la spiaggia di San Fruttuoso con il suo monastero inserito in un lussureggiante scenario naturale,seppur,per essere precisi, estraneo ai confini comunali della “Superba” . Un film trattenuto che non riesce ad esprimere il proprio potenziale,quasi fosse stato a sua volta inghiottito tra le vie di una Genova che da sola tiene in piedi un lavoro altrimenti molto meno interessante.