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RING 2 regia di Hideo Nakata

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Godbluff2     4½ / 10  29/05/2022 19:17:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ringu" e il pasticciaccio brutto dei sequels. Il vero sequel di "Ringu" ovvero "Rasen", basato anch'esso sul corrispettivo romanzo di Suzuki, fu girato e rilasciato praticamente in contemporanea con il primo film in una bizzarra manovra commerciale. La regia non era di Nakata (che non era ubiquo, d'altronde) ma di Iida. Peccato però che "Ringu" sceglie di concentrarsi su determinati punti della storia di Suzuki eliminandone altri, che invece vengono mantenuti in "Rasen" dove sono molto più centrali d'altronde e non eliminabili; "Rasen" cambia atmosfere, ritmo, genere e praticamente risulta un cambio troppo secco e netto, soprattutto vista l'uscita a braccetto, rispetto al "fratello maggiore"; non fatico a credere che abbia spiazzato gli spettatori. Così "Rasen" fu un flop mostruoso e fu cancellato dalla continuity ufficiale della saga e sostituito, un anno dopo, da un nuovo sequel di "Ringu" ovvero "Ring 2", direttamente collegato al primo film, in maniera più lineare, torna anche Nakata alla regia... E il film è una vera schifezza.
Nakata riesce a mandare totalmente a mucche l'ottimo lavoro svolto l'anno prima, lui e chiunque abbia scritto questo film paiono in totale confusione mentale. Avranno visto anche loro la VHS ? Boh.
Ho detto che di "Ringu" apprezzo la buona coerenza delle sue regole narrative interne; qui invece è una serie infinita di aggiunte, contraddizioni, svolazzi contorti che rendono la storia confusissima, nebulosa e davvero pesante da seguire, facendo pesare il ritmo pacato di questo genere di film e rendendo spesso impalpabile l'atmosfera che è sempre una chiave fondamentale nel "J-Horror". La differenza con il primo capitolo è imbarazzante ma persino il primo remake americano o il prequel "Ring 0" sono più godibili di questa roba qui.
Sequenze confuse, svolgimento frettoloso e frammentario, idee stantie e un uso smodato dello spiritismo e dei poteri degli spiriti stavolta sì per giustificare pigrizia nella scrittura, totalmente incoerente in quello che racconta e nella storia che sviluppa.
Vero, in un paio di occasioni torna l'eleganza di alcune inquadrature di Nakata, molto belle, e c'è qualche sporadica idea carina, come la povera studentessa che muore perché il giornalista al quale aveva dato la copia della VHS è un còglione e che dopo morta torna lei stessa, pur con lo zampino di Sadako ovviamente, come onryo attraverso il televisore per tormentare il tizio, per poi prenderselo definitivamente nel finale, divertente; oppure di nuovo la presenza del mare, dell'acqua, necessario filo conduttore ben mantenuto con il primo film ("Nell'acqua salmastra, gli spiriti fanno festa" è un mantra fondamentale nella narrativa della saga, ripetuto fin dal primo "Ringu", pronunciato, lì e qui, dallo spirito stesso di Sadako). Ma è troppo poco per salvare un film disastroso e che ha davvero tante cose pensate molto male. Vogliamo parlare dell'apparizione finale della Sadako "faccia di cera" ? Come distruggere il fascino di un'apparizione orrorifica, dunque. Ecco, forse è meglio non parlarne più.
Film orribile, che getta alle ortiche quanto di buono fatto con il primo capitolo. Peccato.