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LA LETTERA regia di Manoel De Oliveira

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elio91     7½ / 10  23/11/2011 00:54:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attenzione: maneggiare con cura.
Oliveira è sempre così, prendere o lasciare. A conti fatti tutti ne parlano, tutti lo elogiano ma più per l'incredibile età anagrafica unita alla prolificità che per i meriti effettivi. Insomma tutti ne parlano ma nessuno lo vede.
Questo perché il portoghese è un Autore con la A maiuscola. Il suo cinema ha un senso estetico che si ripropone sempre e non varia mai: pochissimi movimenti di macchina, spesso l'immobilità è portata sino all'eccesso (in una delle scene finali la lettura della Lettera che dà il titolo al film è data da una suora, camera fissa per almeno 5 minuti), una verbosità predominante e spesso trucchetti da cinema muto come le didascalie che come in un raccordo romanzato introducono ad una scena successiva. Ma del cinema muto non ha per nulla la mobilità, anzi...

Anche la Lettera potrebbe inserirsi in una sorta di percorso iniziato con Francisca e portato avanti con Valle del Peccato; si parla sempre di amori non portati a termine (in Francisca era amore distruttivo più che altro) ma il tratto d'unione è l'amore borghese e la mediocrità in cui i sentimenti sono inseriti, risultando oppressivi e di fatto inconcludenti.

Film tratto ancora una volta da un romanzo, questa volta settecentesco di Madame de La Fayette (La principessa di Cléves), Oliveira però lo trasporta ai giorni nostri quasi esasperandone le componenti di modernità: ecco allora che vengono citate notizia dal mondo da parte dei tg, concerti di musica rock che aprono e chiudono il film,Africa e fame nel mondo, cantanti improbabili che diventano oggetto del desiderio della protagonista insoddisfatta ed eternamente indecisa, tanto da scomparire nel finale.

Cinema freddo e distaccato, che mostra il sentimento senza per questo permettere allo spettatore di farne parte e di provare qualcosa: in poche parole cinema non per tutti e difficilmente digeribile.
Chi vuol provare Oliveira comunque potrebbe scoprire uno di quei registi affascinanti nel perseguire una propria poetica, che può essere condivisa o meno ma va rispettata.
Molto sensuale la Mastro1anni e come al solito il regista non mostra mai una punta di volgarità o di erotismo nel rappresentarla, pur essendo il desiderio del suo personaggio il fulcro de La Lettera.