Ciumi 5 / 10 22/03/2010 11:47:26 » Rispondi Se spaghetti-western significa scimmiottare in tutto e per tutto Leone, condirlo con qualche s*****ttata che ha qui pure una certa aria seriosa, ripescare il brutto, aggiungere il grosso, e surrogare il buono Eastwood con un Terence Hill ancora meno espressivo; allora questo sottogenere a me fa abbastanza pena.
Ha poi tempi enormemente dilatati, e vuoti nel significato più misero del termine. A questo punto molto meglio un “Trinità”, dove almeno ci si scherza sopra con più scioltezza.
KOMMANDOARDITI 22/03/2010 18:31:42 » Rispondi Amigo, Colizzi certamente non avrà la maestria o la grandeur di un Leone, ma sicuramente possiede doti più umane quali sincerità e correttezza verso lo spettatore. In Colizzi non troverai mai la narcisistica e fastidiosissima autoreferenzialità che contraddistingue il suo più graduato collega!!! Lascia che te lo dica,ma una tale aridità di sentimenti nascosta sotto coltri di estenuanti circonlocuzioni formali ,come esbito da Leone in C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA, difficilmente trova eguali nella storia del cinema mondiale!!! Allora meglio un Colizzi,un Barboni, anche un Caltabiano : almeno si ha la tranquillità di avere difronte un amico e non un imbonitore....! Su Sergione però veglia la critica ufficiale ,la cui parola,si sa, è legge....ma solo per chi li legge!!!! Sarisentimo amigoooo.....
Beh, onestamente non conosco Colizzi (del quale, credo, ho visto solo questo film) e tanto meno gli altri che hai citato; però una certa ridondanza l’ho avvertita anche qui, in alcune scene: poi, certo, c’è dell’umiltà, che credo sia indispensabile quando ti fai dichiaratamente allievo ed emulatore di un altro autore. Se così non fosse stato, sarebbe stato peggio ancora. Il film ha inoltre, secondo me, una poco calibrata alternanza tra il comico e il serioso. Riguardo a certi difetti di Leone, e soprattutto in “C’era una volta in America”, li riconosco anch’io; non credo affatto che quel film sia un capolavoro; ciò non vuol dire però che penso che la sua opera sia tutta da buttare. Già in alcune sequenze (come quella del ponte) de “Il buono il brutto e il cattivo” tali autoreferenzialità, per usare il tuo termine, erano riscontrabili. I suoi migliori lavori restano a mio parere (e tralasciando la storia del plagio a Kurosawa) i primi due “del dollaro”.
Comunque le due uniche esperienze - questa e “Il mio nome è nessuno” - con lo spaghetti-western alla Leone sono state entrambe negative.