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CORDURA regia di Robert Rossen

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dobel     9 / 10  09/07/2010 10:44:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non capisco il motivo, ma tutti mi hanno sconsigliato di vedere questo film. Le recensioni sono pessime, gli amici dicono che è noiosissimo, anche il voto dell'utente che mi ha preceduto non arriva alla sufficienza.
Ovviamente, gran bastian contrario che sono, sono corso a prendermi il dvd e ho guardato il film tutto d'un fiato.
E' evidente che di cinema io non capisco assolutamente niente, giacché ho trovato in 'Cordura' una pellicola stupenda. E' chiaro che se lo si guarda come un film d'avventura le due ore abbondanti possono risultare eccessive (anche se l'avventura e una certa suspence non mancano); ma se lo si considera un film che vuole interrogarsi sul concetto di coraggio e di eroismo, ecco che acquista una statura ben differente. Un maggiore dell'esercito americano (e la figura di Gary Cooper è eccezionale, sebbene già malata del cancro che lo ucciderà da li a breve) osserva una battaglia per vagliare eventuali atti di eroismo. Individua cinque soldati da proporre per la medaglia d'onore del congresso. Il suo compito sarà quello di condurli a Cordura per inoltrare la proposta che verrà senz'altro accettata. Siamo nel 1916, gli Stati Uniti stanno per entrare nella guerra mondiale e le giovani leve hanno bisogno di guardare a modelli eroici. Durante il viaggio si scopre che il maggiore fu un vigliacco in battaglia, e che forse il suo voler costruire degli eroi non è altro che un atto di compensazione. Il viaggio ci fa scoprire chi sono veramente quei ragazzi che si sono distinti in battaglia: uno è un assassino che si è arruolato nell'esercito solo per scampare alla forca; un altro è un ricattatore laido che vorrebbe stuprare la donna che, prigioniera, il maggiore deve scortare alla base militare; un altro ancora è un povero scemo, e così via. Gli stenti e le fatiche del viaggio in mezzo al deserto (ovviamente il gruppetto ha subito anche attacchi messicani, ha perso i cavalli e ne ha passate di tutti i colori) mettono in luce la vera indole dei cosiddetti eroi e del maggiore ribaltando completamente i valori da cui si era partiti. Il maggiore è un uomo che nella vita ha avuto un atto di viltà ma che si è comportato prima e dopo sempre da gentiluomo animato da senso del dovere, del rispetto del prossimo, dell'onestà e della rettitudine; gli altri, che hanno avuto nella loro vita un inconsapevole momento di eroismo che nemmeno loro sono in grado di spiegare, si rivelano esseri meschini, abietti, vigliacchi, imbroglioni senza alcuna dignità o senso dell'onore. Il maggiore tuttavia (che da una vita si arrovella, spinto dal proprio rimorso, sulle motivazioni che possono spingere un uomo ad un atto estremo di coraggio), crede che in ognuno vi sia una scintilla divina pronta ad accendersi. Questa considerazione, e questa fiducia nell'uomo, riesce in parte a redimere i soldati che, dopo essersi degradati nelle situazioni estreme di stenti del viaggio (a differenza del maggiore), cominciano a vedere in quello che hanno fatto, ma soprattutto nell'esempio dignitoso e 'coraggioso' del loro superiore, un modo per affrancarsi dalla loro vera condizione di persone ordinarie.
"Maledetta quella terra che non ha più eroi! - No! Maledetta quella terra che ha ancora bisogno di eroi!...-" Così il Galileo Galilei di B. Brecht.

Il film è la descrizione della suddetta frase: gli eroi così come li vediamo nei libri di storia non dovrebbero essere utili a nessuno. Sono uomini che hanno avuto momenti di esaltazione a fronte di momenti di vigliaccheria come tutti quanti. La vigliaccheria è anche quella di non saper sopportare la propria vita, di nascondersi e sottrarsi alle proprie responsabilità quotidiane così come al dovere del rispetto verso il prossimo. L'eroismo è il coraggio di portare avanti con fatica e umiltà il proprio compito e la propria condzione.
Un film magnifico con attori straordinari e una splendida regia.