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HERCULES regia di Ron Clements, John Musker

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Dom Cobb     8 / 10  04/11/2014 19:03:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hercules è il figlio di Zeus, reso mortale dal dio dell'oltretomba Ade. Una volta scoperta la verità sulle sue origini, il volenteroso ma poco brillante ragazzo si adopera per diventare un vero eroe e riconquistare il suo posto sull'Olimpo. Ad accompagnarlo nel suo lungo viaggio il burbero satiro Filottete (Phil) e il cavallo alato Pegaso...
Ci sono voluti decenni perché la Disney si cimentasse con una storia ispirata alla mitologia greca, se si esclude l'exploit sulle note di Beethoven in Fantasia: concepito e prodotto nel corso dell'epoca nota come Rinascimento Disney, questo Hercules segna un deciso passo indietro rispetto ai suoi immediati predecessori. Dopo una performance non esaltante al botteghino negli ultimi anni, si decide di abbandonare le atmosfere cupe e seriose di Pocahontas e del Gobbo di Notre Dame e tornare a un approccio più allegro e spensierato e, più che altro, moderno.
Già nello stile visivo si nota un'impronta assai diversa dal solito, da attribuire allo scenografo britannico Gerald Scarfe, che in passato si era fatto notare per i suoi lavori caricaturali e, soprattutto, per il contributo artistico al celebre album dei Pink Floyd "The Wall". Ne risulta un'animazione spigolosa, priva delle rotondità della Disney "classica", ma che ben si adatta all'ambientazione greca. Completano il quadro layout e sfondi in cui si fa strada la tipica vena bizzarra di Scarfe, che esplode del tutto nei numeri musicali più scatenati.


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A livello di storia e personaggi, si torna a dinamiche e approcci che ereditano molto da precedenti classici come Aladdin, cosa logica visto che i registi John Musker e Ron Clements sono gli stessi, solo estremizzandone i connotati: non vi è nulla di classico nel modo in cui si narra la storia dell'eroe mitologico, fatto strano dato che niente è più classico della mitologia stessa. Questo perché si sceglie di far rientrare il film piuttosto nel genere supereroistico, facendo incetta di spunti in particolare dalla saga di Superman.


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Dunque, un impianto molto moderno non solo nella confezione, ma anche nei contenuti, senza per questo risultare vuoto o forzato: come Aladdin, Hercules si basa per la maggior parte sulla commedia, che stavolta si fa ancora più efficace per il suo uso maggiormente sagace. Non si tratta solo di un mezzo per rendere la vicenda ancora più moderna, ma di satira vera e propria sui cosiddetti "valori" della società odierna, su tutti lo star system Hollywoodiano.


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Naturalmente, non si tratta di un messaggio che si cerca di inserire dovunque e comunque, e il tono scanzonato ed irriverente produce perle comiche di rara ilarità, questo anche grazie a una carrellata di personaggi uno più riuscito dell'altro. Persino il protagonista risulta simpatico nella sua giovanile ingenuità, ma su tutti spicca il perfido Ade, la cui natura frenetica e perfetta alchimia di commedia e minaccia è impossibile da descrivere a parole.


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Come si potrà immaginare, la storia, seguendo uno schema narrativo che deve molto a Superman, concede ampio spazio all'azione, specialmente nella parte finale, ma essa rimane perfettamente in grado di far avanzare la trama, con picchi di commedia ed efficace dramma amalgamati e bilanciati in modo brillante. Il tutto narrato, o cantato, dalle celeberrime Muse, un gruppo di cantanti gospel (altra idea geniale) che vanno ad arricchire una già ottima colonna sonora del solito, grande Alan Menken.
Tutte queste scelte non sembra abbiano riscontrato i favori del pubblico all'uscita del film in sala, ed Hercules va così ad aggiungersi alla crescente lista di successi non esaltanti al box-office; ciononostante, resta un prodotto energico, frizzante, irresistibile e dannatamente divertente.