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QUELLA SERA DORATA regia di James Ivory

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5 / 10  17/10/2010 19:28:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Quella sera dorata" di Cameron è un piccolo capolavoro letterario: sarcastico, ironico, amaro, acutissimo, uno di quei romanzi che ti possono lasciare ricordi per molti molti anni. James Ivory, solitamente efficace nelle trasposizioni letterarie (v. quel che resta del giorno) appiattisce ogni cosa, confortato soltanto da una confezione impeccabile che nulla aggiunge o toglie a un cinema "vecchio" che non è neanche giustificabile per il suo formalismo neutrale.
Se l'unico momento accettabile di un film ingessato e insapore è un documento di repertorio (quello dei genitori nel loro esilio dall'Europa) occorre capire il perchè.
Il perchè è presto detto: i personaggi che hanno reso vibrante il romanzo di Cameron sono figure stilizzate - recitate fra l'altro con scarsa comunicativa, si veda una Charlotte Gainsbourg inaspettatamente priva di sensualità - che recitano verbosi dialoghi e vivono le attese e le vicissitudini della storia senza colpo ferire. Il protagonista appare uno sprovveduto che si adatta in modo fin troppo singolare al "nuovo ambiente", e il personaggio di Hopkins è privo dell'amaro sarcasmo che lo rese memorabile nelle pagine di Cameron.
"Quella sera dorata" doveva essere anche una forte riflessione sulle radici europee di una famiglia anomala in Uruguay, alla ricerca di quella serenità costante e al tempo stesso dal forte desiderio di fuggire da una realtà compressa nella sua statica serenità.
Niente di tutto questo emerge nel film. Il film di Ivory è solo un fumettone di lusso girato con stile (e qui mi pare ce ne sia in abbondanza) ma privo di qualsiasi anima. Un film girato senza amore tratto da un romanzo scritto con tanto (troppo?) amore.
I tempi si dilatano al massimo nei momenti più intimisti, quelli più sgradevoli, perchè se Ivory non è mai stato all'altezza davanti alle sfumature psicologiche, qui rende davvero al minimo.
Al contrario, momenti che dovrebbero essere più compìuti, come l'inizio del film, come il difficile (nel libro) inserimento del giovane biografo nella famiglia diventano rapidi espedienti per arrivare al "cuore" - si fa per dire - della vicenda.
E a parte un'epilogo odiosissimo, quello che emerge è soprattutto la ridondanza altezzosa di un film - si veda l'episodio delle api, trasformata in una gag comica - che tradisce tutto lo spirito del romanzo, e che soprattutto si dimentica di preparare lo spettatore a una doccia di amabile cattiveria - che non traspare mai, per inciso.
Solo la fidanzata del biografo è degna dell'epigono letterario, ma è talmente forzata nella sua antipatìa da perdere ogni minimo realismo.
Nel dubbio, se volete scegliere di vedere questo film o comprare il libro, non abbiate alcuna esitazione: correte in libreria a comprare Cameron.
Altrimenti lasciatevi appiattire da questi innoqui viveur depurati da Ivory, ma non dite che non vi avevo avvertito
jack_torrence  18/10/2010 12:44:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento.
Condivido alcune cose che dici (in particolare sull'appiattimento e sull'episodio delle api, mentre non sono d'accordo sul personaggio della Gainsbourg e sul finale che giudichi "odiosissimo", ma credo che c'entri il confronto con il libro) e ti comprendo, nel tuo amore per il libro che trasuda dalle tue parole. Io (purtroppo) non ho avuto modo di amare come te il libro, avendo visto prima il film per recensirlo.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  22/10/2010 19:08:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gli ha tolto l'anima, a quel libro...