tylerdurden73 8 / 10 05/01/2011 15:59:26 » Rispondi La violenza come mezzo per diventare famosi,un ripiego come tanti,basti pensare alle miriadi di volti senza talento che affollano i canali televisivi cercando di esibire qualcosa che purtroppo per loro non possiedono. Per lo meno Charles Bronson,conosciuto all'anagrafe come Michael Petersen, una certa innata predisposizione la possiede,quella di fare a botte in continuazione e creare casini di ogni specie. Non per altro tra carceri e manicomi ha passato 34 anni in gabbia,dei quali ben 30 in isolamento. Pene che parlano chiaro riguardo le sue manesche "doti",tra l'altro utilizzate senza trascendere nell'omicidio e comminate a causa di due rapine finite con l'arresto.Una compiuta in età giovanile presso un ufficio postale per un pugno di sterline ed un'altra per amore presso una gioielleria,il resto lo fanno un intelletto non proprio acuto e l' imprevedibile inclinazione a menar secondini in una sorta di Fight Club carcerario. Il talentuoso regista danese Nicolas Winding Refn ,noto soprattutto per la trilogia di "Pusher",gli regala quella celebrità sognata anche lontano dai patrii confini,divulgando la sua bizzarra storia in giro per il mondo.Per farlo si avvale di uno stile tragicomico,spesso surreale e grottesco,contraddistinto dalla volutamente ingombrante voce off del protagonista che ci introduce in una dimensione potenziata da personaggi e ambienti sopra le righe,nella quale Tom Hardy sguazza che è un piacere favorito da una mimica e da una strampalata silhouette da attore d'inizio secolo. La sceneggiatura segue una linea distorta,ed infatti la storia di Bronson non è un fedele biopic ma un riassunto di alcune delle sue più significative gesta impregnate da generose dosi lisergiche.Fanno da collante ai vari episodi dei quadretti teatrali, in cui l'eterno carcerato espone ad un pubblico entusiasta la sua vita riassunta in soluzioni eccentriche accompagnate da una colonna sonora altrettanto singolare.
strange_river 10/01/2011 22:25:42 » Rispondi Piaciuto il personaggio eh! Ne ero certa, è proprio nelle tue corde...