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BRONSON regia di Nicolas Winding Refn

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Woodman     3½ / 10  16/08/2013 14:13:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"I baffi sul viso. E' come baciare una fica."


Tremendo.
Davvero orrendo.
Tripla visione, tempo lasciato passare, sforzo di buona volontà, onde empatiche caricate al massimo, sguardo dolce e determinato puntato sullo schermo. Tutto inutile.

Filmaccio sconclusionato, pretenzioso e velleitario, diretto dal più pagliaccio fra i cosiddetti "nuovi registi".
Ha di recente vinto la Palma d'Oro a Cannes? Che botta bisogna avere per premiare un riciclatore di stili, un copiatore presuntuoso e narcisista, un buffone privo di gusto, un provocatore gratuito, un presunto trasgressivo?
Il cinema di Winding Refn è solo un agglomerato di codici triti e ritriti, visti e stravisti, annegati in un' indigesta tamarraggine di involontaria ridicolaggine.
Il bello è che il danese si prende anche sul serio. Senza parole.

Il film uno scopo ce lo aveva anche, non fosse stato per la psichedelica e forsennata megalomania registica di Winding Refn, che propina una storia dal tono ambizioso, infilandoci però dentro un penoso intento figurativo "arty" orecchiato da registi di tutt'altra pasta (penso da Greenaway, da Stone -che pure a volte detesto-, ovviamente da Tarantino, probabilmente anche Kitano e Von Trier, di cui cerca inutilmente di amplificare le provocazioni, senza mezze misure, saturando la vicenda sino all'insopportabile).
Inoltre non ho visto traccia di approfondimenti umani (si vedono solo mostruosità, azioni o gesti caricati a mille ma ingiustificati), che forse Winding Refn voleva sottolineare o addirittura solo abbozzare attraverso i flashback e i riferimenti stilistici. Peccato che 1) non ce l'ha proprio fatta, tendo a pensare che nemmeno lo volesse davvero e 2) anche quell'aspetto registico che il gran cogl.ione credeva potesse essere la carta vincente della sua ridicola e sterile operetta risulta finto. FINTO. Proprio come i personaggi (uno più inverosimile e mal descritto dell'altro) che popolano il suo mondo straripante di violenza e colori fluo, atmosfere da videoclip e riecheggi di stili riciclati.

Film d'imitazione, dal sapore di plastica e coloranti, senz'anima, frutto di un decadimento che spero non tenda all'eternità.
Winding Refn non ha il controllo sulla materia come il tosto cinevideoclipparo Oliver Stone ("Ogni maledetta domenica", "Assassini nati"), non ha il carattere, il coraggio e soprattutto la cultura di Lars Von Trier o Michael Haneke, non ha tantomeno l'intelligenza citazionista e il talento passionale di Tarantino.
Non ha da nessuno acquisito/ereditato/(neppure) emulato il gusto. Il suo cinema sembra un capriccio fine a sè stesso.
La sua violenza non assume valore, non diventa metafora, non è conseguenza, è semplicemente piazzata lì con intenti provocatori o scandalistici.
Tutto dovrebbe partire da un bimbetto che a scuola fece una pseudo provocazione. O c'è dell'altro? Ma il cosiddetto "altro" me lo dovrei forse immaginare io?
Ma come faccio in questo modo ad affezionarmi al tuo protagonista, caro Winding Refn?
Come faccio a farmi catturare dalle vicende, dai contesti, come faccio a provare sensazioni, a rievocarle in seguito, a farmi un quadro positivo della situazione se il tutto è intavolato in maniera così effimera, superficiale, impersonale, piatta e talvolta ridicola?
Volevi fare un film da duri?
Insegui una poetica?
Hai trovato una cifra che non sia la tamarraggine oltre alle inqudraturine fichette per farti leccare il didietro dalla critica e un certo pubblico dai gusti mezzi sadici e compiacenti?
Fammela vedere.

Situazioni costruite a tavolino, deliri programmatici.
Storia vera? E chi se ne fotte.
Se i dialoghi sono di per loro tremendi il doppiaggio non aiuta.
Attori pessimi, non certo memorabile Hardy, che rimane ugualmente il migliore della comitiva.
Musiche orridamente pompate, accenni di commistioni che non rendono.
O si fan le cose sul serio oppure la smettiamo di dire che costui è il regista più grande della sua generazione.
Perchè è una bestemmia.
Questo non può essere il destino del Cinema.