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BENVENUTI A ZOMBIELAND regia di Ruben Fleischer

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  15/09/2010 14:44:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Apocalisse e distruzione totale,il globo terracqueo trasformato in un colossale cimitero gremito da morti viventi,un gruppo di persone tenta in tutti i modi di sottrarsi alle fameliche fauci degli zombie.
Qualcuno si chiederà(giustamente):ancora?ma non hanno già realizzato anche fin troppi film sull’argomento?
Ebbene, almeno uno in più ci stava eccome,”Benvenuti a Zombieland” è il film sorpresa,quello che non ti aspetti,un horror-comedy di tutto rispetto che pur non riuscendo a reggere un ritmo elevatissimo per l'intera durata della pellicola offre un divertimento senza immani cadute di tono o fastidiose pause.Che il film prometta bene lo si deduce sin dalle prime battute, con ingegnosi titoli di testa proposti su goduriosi ralenty ,incupiti dalla tenebrosa “For whom the bell tolls” dei Metallica ,e la demenziale rappresentazione delle regole primarie per non diventare pietanza da sanguinolento banchetto.
Il film è sostanzialmente un cazzeggio itinerante di un’allegra e scombinata combriccola di personaggi stravaganti,il viaggio si snoda tra bazar pellerossa,ipermarket e faraoniche abitazioni Hollywoodiane dove Bill Murray ,con il suo cameo, concede la sequenza più spassosa del film.
Non sono ravvisabili particolari sottotesti impegnati o caustiche allegorie,trattasi di un genuino intrattenimento che non ambisce traguardi nobili.Soddisfacente la dose di effettacci,notevole la colonna sonora,tuttavia sono i personaggi a fare l’immediata differenza.Il nerd Eisenberg è affabile mescolanza di imbranataggine,purezza e spirito di sopravvivenza,grandioso Harrelson come spesso gli capita quando recita in ruoli sopra le righe,le citazioni western di cui si rende borioso figurante sono da antologia,altrettanto affiatata la coppia femminile con l’enfant prodige Abigail Breslin ed Emma Stone.
Un gradino sotto “Shaun of the dead”, ma gli amanti del genere non possono perderlo.