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APRILE regia di Nanni Moretti

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  03/10/2005 23:54:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un Morettiano convinto come me non si perde d'animo: soddisfa la sua fame anche quando il personaggio in questione, l'Artista si pavoneggia dentro di se'. Quando lo fa citando involontariamente Leopardi ("Caro Diario") è straordinario: la malattia, l'abuso volgare ed elitario delle isole meditaranee, la partita di pallone ad Ostia "mentre altri incuranti del cadavere di un uomo..." con il pianoforte di Keith Jarrett in sottofondo... Aprile è un'altra cosa, e non è una buona cosa: i paraventi "domestico-esistenziali" già paventano il pericolo che hanno fatto tanto discutere per l'osannato "la stanza del figlio". Piu' la ricerca di Moretti è ideologica piu' si distacca dai suoi contenuti anche simbolici (come Palombella Rossa) per seminare il "suo" privato, finchè sfocia nel piu' insopportabile e presuntuoso compiacimento di se stesso. Utopico pasticciere Trotziska che si confronta con le camice verdi e nella massa si confonde, inquieto dominatore di una "purezza" che attacca (invano forse?) i "compagni di merenda" à la Luchetti, rei confessi di distribuire coscienza e qualche marchetta paratelevisiva (gli spot pubblicitari) al sistema. E' tutto molto stanco, passaggio obbligato per un'ex dissacratore che tenta di sfociare (esordire?) nel melodramma interiore prossimo venturo, senza colpo ferire (o, preferibilmente, senza dispensare un "tradimento idealista"). Un Marxista fin troppo conscio del trauma immaginario dell'intellighenzia che lo circonda
Dick  09/11/2009 13:36:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E dai dillo (o meglio scrivilo) che hai voluto spiazzare! XD