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CARO DIARIO regia di Nanni Moretti

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Guy Picciotto     9 / 10  23/05/2013 19:45:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Metto un voto alto a questo film pure se con tutta probabilità non è un film da 9 in pagella (come nessuno dei film di Moretti lo è oggettivamente) , perchè è una riflessione malinconica, ma mai amara e sopratutto mai banale dell'Italia un momento prima che Silvio Bunga Bunga Berlusconi ( uno dei pochi italiani che resterà nella storia carismatica degli ultimi 200-300 anni al di la dal bene e dal male) entrasse in pianta stabile nella vita di tutti noi.
Il film infatti uscì nelle sale alla fine del 1993.
Cosa ci racconta Moretti? Moretti ci racconta il precipitare della società italiana nella scostumatezza in una deriva tale che nel 2013, 20 anni dopo, si sarebbe rivelata senza fondo.
E il Moretti migliore, quello profetico (quando radiografa l'eremita sfascista, anarchico e pessimista nel secondo episodio, quello che dice a Moretti:" gli italiani ridono , ridono! ma cosa hanno da ridere tanto? non c'è proprio niente da ridere! :-))
Ma è anche è per fortuna il Moretti distaccato, da par suo, che preferisce non muoversi proprio da nessuna parte ed evitare pure la scorciatoia...se non con la sua lambretta per le strade DESERTE di Roma nel bel mezzo dell'estate. a contemplare uno spettacolo che io ritengo assurdo, la laboriosità umana.
Soave il primo episodio dedicato a Pasolini, Moretti va a trovare in lambretta lo spettro del grande poeta friulano attraversando lande di baraccopoli dell'ostiense, e deserti interiori distillati dal piano di Jarrett: inquietudine dei deserti profetizzati.
Si va dallo spernacchio verso il radical chic di sinistra intellettuale (l'amico del secondo episodio) allo sberleffo verso il popolino alto borghese vacanziero di Panarea con i loro figli rin********ti dalle pubblicità e dai falsi bisogni indotti.
E un soave valzer nei gironi infernali dell'Italia pre seconda repubblica che si conclude con un attacco intelligente , acre (con spezzoni di vita vera del Moretti in riabilitazione post tumore) e grottesco alla lobby super corporativa dei medici.
Aleggia per tutto il film una brezza da fine dei giochi , un po un "questi sono gli ultimi istanti di quella che un tempo fu l'italia che conobbi".
Tutto ciò grazie alla Dittatura dei Sei Canali (onnipresenti nel secondo episodio ) grazie alla prostituzione legalizzata televisiva e alla resa della democrazia (scissione banca d'Italia dal Ministero del Tesoro anno 1981).
L'attacco finale alla casta dei medici è da estendersi a tutti gli oligopoli che da li in poi (post crollo del muro) iniziarono a spartirsi monopolisticamente i settori chiave dei bisogni primari, famiglie che godono della connivenza istituzionale.....
L'italia che se ne frega ed ignora, ignora il perchè i pedaggi in autostrada dovrebbero andare in tasca ai Benetton a cui hanno svenduto le concessioni e che usano quei miliardi per comprarsi milioni di ettari di terreni e sfruttare la povera gente.
In caro diario va in scena un paese di *********...dal latino deficere, mancanti di qualcosa, forse chiamasi attributi, forse di conoscenza, forse solo di coscienza di nazione, il tutto raccontato dal Moretti più sfilacciato , poetico e calibrato mai visto.