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LA FIDELITE regia di Andrzej Zulawski

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elio91     8 / 10  29/10/2010 22:08:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vedendo i primi minuti potremmo essere tratti in inganno: Zulawski si è dato una calmata,ha abbandonato gli eccessi e ha deciso di fare un film "normale"? Ma si viene smentiti,clamorosamente e prevedibilmente. è il solito Zulawski con il suo gioco stilistico fatto di eccessi strabordanti che ora attraggono,ora irritano. Il suo cinema è sempre stato questo e con ogni probabilità lo sarà sempre. Così il suo sguardo unico sulle cose rimane una visione artistica quantomeno da vedere e,cosa più importante,da non banalizzare. Semplicemente non si può liquidare La Fidelité come banale né tantomeno prevedibile. Non si può neanche paragonarlo al maestoso Possession,siamo su un altro pianeta,ma si può dire che quest'ultimo (per ora) lavoro del regista polacco sia da annoverarsi tra i suoi migliori,cosa difficile comunque da dire data la particolarità di questo regista,uno di quelli per cui la frase "o lo odi o lo ami" calza a pennello. Personalmente non lo amo e non lo odio ma stimo tantissimo il suo modo di fare film,così fuori da ogni regola di mercato e con una follia e irrazionalità che fungono da vero e proprio attentato allo spettatore sia medio che cinefilo. Un buon regista mette lo spettatore a suo agio ma quelli che affondano e sviscerano le proprie idee e la propria arte lo mettono a disagio e nessuno mi ha mai messo a disagio come Zulawski.
La Fidelité è,in pratica,un film fatto di eccessi solo apparentemente contenuti in una storia più "normale" in cui Zulawski,scegliendo non a caso la musa/moglie Marceau,analizza i rapporti di coppia e la fedeltà da cui il nome del titolo. Storia eccessiva anche nella durata,sempre in bilico tra bellezza e inferno nel senso di strabordante: ora si esagera troppo fino a sfiorare il ridicolo,ora ci sono scene costruite in maniera tale da togliere il fiato. Come sempre. Le musiche belle e che si spogliano di ogni patetismo in un contesto del genere. Si riesce ad arrivare ad un finale sentito e coinvolgente anche se sembra proprio che Zulawski faccia di tutto per far distogliere lo sguardo da quest'ennesima opera. Si esagera,si esce dai confini e non si ha più paura di nulla,neanche di autocitarsi palesemente (proprio nel finale),tanto nel calderone c'è di tutto. Il coraggio non gli è mai mancato,a questo lucido e pazzo polacco.