caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA regia di John Boorman

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     8 / 10  11/07/2023 12:48:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Grande opera di Boorman, una pellicola che travalica tra il film d'avventura, il dramma e il thriller con anche qualche sfumatura horririfica.

In primis partiamo dall'ambientazione, tutto girato in esterni, ambientato principalmente in un fiume sugli appalachi, fiume e montagna soggetti a se stanti nel film esaltati alla grande da Boorman che con la sua regia riesce a restituirne un senso di potenza, come se fossero delle entità pronte da un momento all'altro a schiacciare l'essere umano.
E a proposito della regia, eccezionale la capacità di Boorman di mantenere una tensione costante per tutto il film, e attenzione, è una sensazione diversa dalla classica suspense, come poteva accadere in modo episodico nel cinema fino a quel periodo (pensiamo ad Hitchcock). Se la suspense nella sua accezione nativa era fatta da singoli eventi in cui vi erano delle impennate della stessa, per poi andare a ridursi appena il soggetto andava fuori pericolo, qui Boorman riesce - non saprei neanche come ma la sensazione è quella - a renderla sottile e continua per tutto il film a partire dalla prima scena col ragazzino col banjo - in cui mostra già un forte distacco dei locali nei confronti dei nostri protagonisti venuti dalla città - arrivando fino al finale, in cui non ti senti tranquillo neanche dopo che sembra che sia già andato tutto bene. Lo sceriffo, il vicesceriffo, gli altri locali, il senso di colpa, uno degli aggressori che sappiamo essere sopravvissuto, a piede libero e possibilmente armato, insomma il film fino alla fine non da mai pace ed è in questa sensazione che permea tutta l'opera che trovo il maggiore pregio.

Ma attenzione non è il solo, il film riesce ad essere molto efficace anche sotto un punto di vista fatto di sottotesti, la sceneggiatura non è realizzata solo per mantenere la tensione, ma solleva importanti questioni e dualismi, primo tra tutti quello tra uomo e natura, già esplicitato nei titoli di testa con i dialoghi in voice over principalmente di Burt Reynolds, che fa capire più volte come l'uomo si voglia affermare prepotentemente sulla natura ma questo non è possibile per l'ineluttabilità della stessa. "Ehi Lewis, l'abbiamo battuto! Abbiamo battuto quelle maledette rapide!" - " No Bobby ti sbagli, la natura non si può battere".

Altro dualismo molto sentito, spostandosi su tematiche prettamente sociali è quello tra i city boys e i montanari, qui è particolarmente enfatizzato con i primi che dovranno far emergere i loro istinti più primordiali e selvaggi per sopravvivere e scampare alla legge, in questo modo oltrepassando la sottile linea che li separava e penso che il primo omicidio e l'occultamento del cadavere dicano tutto al riguardo.

Da menzione anche la colonna sonora, a colpi di banjo che accompagna come un leitmotiv le sciagure dei protagonisti.

Gran film.