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UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA regia di John Boorman

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Sir_Montero     8 / 10  02/02/2013 12:43:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Profonda disamina dello scontro Uomo-Natura, tematica già affrontata dal regista, seppur in maniera diversa, nel precedente "Hell in the Pacific".
Quattro amici decidono di passare un week end nei pressi di un bosco semi-incontaminato, scendendo il fiume in canoa. Immediatamente dopo aver messo piede nella natura selvaggia, minacciata dall'incedente civilizzazione umana (nella forma di una dighizzazione), si ritrovano in un ambiente ostile, popolato da montanari bruti ed analfabeti, tarati molto probabilmente da numerosi incesti.
Dopo un illusorio "contatto" pacifico tra i due gruppi nell'incantevole scena dei duelling banjos, l'incantesimo lirico di una Natura benigna e pura si trasforma in un incubo per i quattro amici, che li vedrà precipitare in una discesa negli inferi della tribale e ancestrale capacità di sopravvivenza.
I montanari, incarnazione bestiale di una Natura oscura e onnipotente, opereranno violenza fisica e psicologica, stuprando letteralmente la loro innocenza e la loro bonarietà da cittadini. Per ognuno di loro, comincerà un percorso di Deliverance, di liberazione interiore forzata dalla necessità di sopravvivere, che avrà conseguenze inaspettate per le loro coscienze, costrette a convivere con il regresso ad una legge spietata che ha perso ogni traccia della civile moralità.
Non intendo dilungarmi sull'analisi dei singoli personaggi, brillantemente già compiuta e sviscerata nella recensione di The Gaunt; voglio solo sottolineare, ulteriormente, l'importanza di questo film che diverrà, per gli anni successivi, un vero e proprio caposaldo, una pietra di paragone dalla quale sarà impossibile non mutuare riflessioni, spunti, idee.
Inquietante come pochi il finale.