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GIUSTIZIA PRIVATA regia di F. Gary Gray

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     5 / 10  02/09/2010 16:46:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I legali americani vincenti non fanno colazione, non perdono tempo dietro ai figli, devono correre ad assistere alle esecuzioni di pericolosi criminali da loro incolpati. Poi ti squadrano e ti dicono un sacco di battute sagaci, ti strizzano l'occhio e parlano un politichese ammaliante, sempre pronti a invadere Panama con polso fermo e aria dispotica.

Nonostante la partenza tradizionale, "Giustizia privata" ha dalla sua il ritmo concitato tipico del legal thriller, poco legal e molto più action poliziesco. Intraprende un bivio disorientante, macchiato spesso dal sangue (su tutte la gratuità della scena in cella) e spreca il lavoro di bravi attori quali Jamie Foxx, Colm Meany e Viola Davis, mentre Butler è completamente sprovvisto del benché minimo ascendente e non sa cosa sia la mimica. L'unica cosa buona che ha da mostrare, in una scena abbastanza in-fondata, è il sedere.

A tratti, la plausibilità della trama è da raccapriccio: il colpo di scena rivelatorio è inaccettabile con le sue illogicità fantastiche. Neppure la regia si distingue per l'estro: il montaggio in parallelo tra l'esecuzione capitale e un concerto di violoncello aspira a essere aulica, invece risulta fuori luogo e abborracciata.
Resta l'amarezza per non aver osato approfondire la sete di vendetta confrontata con le responsabilità morali proprie di avvocati, giudici e procuratori, e del sistema giudiziario in genere: si sostiene il personaggio del cattivo, ma la sceneggiatura non ha il coraggio di appoggiarlo fino in fondo. Almeno si fosse osato fino all'esagerazione, dando libero sfogo al fumettismo e a un epilogo, chessò, anche controcorrente e imprevedibile. Tutto sommato, i "parrucconi" giustizialisti non sembrano neanche provare a mettersi in discussione con il loro senso del dovere.

Il personaggio castigatore di Butler gode di una lucidità oltre ogni ragionevolezza; unita all'ingegno e al gusto per l'efferatezza, sfiora la patologia fin quasi ad abbracciarla. Alla fine qualcuno finirà tra le fiamme dell'inferno, qualcun altro vedrà l'ordine ristabilito, per una volta "libero" di concedersi il lusso del suono di violoncelli e arpe. Il Paradiso all'improvviso.