caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'UOMO NELL'OMBRA regia di Roman Polanski

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     9 / 10  14/04/2010 03:29:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Diciamocelo chiaramente: mai come in questo soggetto c'erano tutti i presupposti per farne una classica "americanata"! Invece... nelle mani di Polanski tutto si trasforma in un "europeissimo" noir che travalica il genere grazie alle ossessioni tipiche del regista franco-polacco, qui portate a un crescendo parossistico che esplode in un finale hitchcockiano che spiazza per la sua "semplice" cattiveria.
Capisco chi ne è rimasto deluso: chi si aspettava il solito thriller "made in USA" non troverà praticamente nulla di quell'abusatissimo genere cinematografico. Al contrario, Polanski gioca tutto sul classico riversando però sui personaggi e sulle sinistre atmosfere create da ambientazioni e fotografia (un plauso a Pawel Edelman, già direttore della fotografia per Polanski ne "Il Pianista") tutte le sue paranoie. Non ci sono buoni o cattivi, esistono solo personaggi ambigui o semplicemente amorfi capaci solo di generare sospetto e angoscia. Un omaggio al noir classico (qualcuno ricorda Louis Malle in "Ascensore per il patibolo", per esempio?), un omaggio a Hitchcock (come non ripensare a "Intrigo Internazionale" o a "Frenzy", per esempio?), un omaggio... a se stesso ("Frantic")? Forse c'è tutto questo nella ferma regia insignita di un meritatissimo Orso d'Argento alla recente, 60ma Berlinale...
Gli attori restituiscono in pieno l'ineluttabile ambiguità dei rispettivi personaggi mentre le vicende che si dipanano davanti ai nostri occhi di spettatori sempre più spaesati (quando non apertamente disturbati e ripugnati) sono accompagnate o contrappuntate in maniera efficacissima dalle stupende e poderose musiche decisamente "hermanniane" di Alexandre Desplat.
E che dire del finale, dove Polanski contrappone magistralmente il lampo di genio del protagonista alla sua più clamorosa ingenuità e debolezza facendo parlare le immagini in un fuori campo che mescola prevedibilità ed eccentricità risultando così più efficace di mille acrobazie e particolari sanguinolenti? L'ultima, estrema ambiguità che solo un Maestro poteva regalarci con tanta (apparente) semplicità.
Un plauso anche a Robert Harris che ha accettato di co-scrivere la sceneggiatura tratta dal suo romanzo insieme a Polanski: era obiettivamente difficile per un autore accettare di lasciarsi permeare e contaminare dall'universo stilistico di un Artista così talentuoso e dalla forte personalità.
Correte a godervi questo film d'altri tempi.
jack_torrence  15/04/2010 01:14:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti per come hai analizzato e descritto la sequenza finale; davvero me l'hai fatta rivedere apprezzandola meglio e di più.
A me il film è piaciuto molto; per me è un 7 ma probabilmente è questione di parametri personali. A 9 forse possono arrivare i primissimi capolavori di Polanski (ognuno scelga i suoi...Coltello nell'acqua, Rosemary's baby, probabilmente - per me).
Condivido assolutamente il tuo apprezzamento per "un film d'altri tempi", con evidentissime ascendenze hitchcockiane come ho scritto nel mio commento.
Ciao!
S.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  17/04/2010 12:56:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Jack! Lo sai che ti leggo sempre con estrema attenzione perché sei molto puntuale e preciso nelle tue recensioni.
Il voto è estremamente soggettivo: io prediligo le emozioni che mi ha trasmesso un film naturalmente tenendo d'occhio anche la parte tecnica. Di certo tu sei molto più oggettivo di me nel dare le valutazioni numeriche. Per fortuna però possiamo leggerci e ognuno può scegliere (o integrare, sarebbe decisamente meglio) i commenti.
Un saluto e un bravo (come sempre!) anche per la tua recensione di questo bel film! Luca