fidelio.78 5½ / 10 17/04/2010 19:09:57 » Rispondi Pur mantenendo uno stile invidiabile, ed un buon cast, il film è povero in originalità. L'inizio e i richiami autoreferenziali a "L'inquilino del terzo piano" non sono sufficienti per dar mordente ad un thriller tutto sommato scontato. Il ritmo è discreto, ma i buoni spunti muoiono lentamente per lasciar posto solo all'intreccio "politico" che non si differenzia dai mille film già fatti sull'argomento. Timidi accenni di insight su chi passa la vita a scrivere nell'ombra sembrano il germe da cui possa nascere qualcosa di buono, così come gli interessanti accenni a chi vive all' "ombra" di qualcun altro; ma entrambi si spengono dopo un paio di battute in cenere da cui non nasce però alcuna fenice. E' in definitiva un thriller come tanti, visivamente accattivante e con una trama che intrattiene senza però mai colpire. L'autore (ossia Polanski) è l'unica vera "ombra" di tutto il film, dato che la sua mano (non solo registica, ma in senso più alto di autore) è praticamente invisibile. Per non parlare del finale che, senza tanti giri di parole, definire pessimo è addirittura generoso.
kowalsky 17/04/2010 22:35:09 » Rispondi Mah max secondo me vuoi sempre trovare qualcosa di specifico quando la verità è più lineare... non parliamo di originalità, perchè la trilogia di larsson per es. o tanti noir-bestsellers premiati dalla critica non lo sono. Il film è polanskiano all'ottanta per cento, la solitudine del politico (un inatteso e grande Brosnan) è davvero impetuosa, a cominciare da quel mondo fintamente dorato di un'isola del massachussets dove vive "coperto dai propri oscuri segreti", e i rimandi a un certo cinema - da hitckcock a carol reed - ci sono tutti
fidelio.78 18/04/2010 08:07:42 » Rispondi Ma mio caro, io mi accontento di un film che sappia darmi qualcosa di più, cosa che gli autori una volta sapevano fare e chi ora, invece, non fanno più. E' proprio come dici tu: la verità è lineare: questo è un discreto thriller, ma niente di più. In questo film posso anche apprezzare i rimandi a tizio o caio (anche se sono in realtà strizzate d'occhio per compiacere il pubblico più colto che gode nel cogliere questa o quella citazione), e ha delle belle trovate
la moglie che vive nell'ombra ed è in realtà l'artefice: quindi il politico come finto manovratore
ma non si può sottovalutare la verità: è un film visto centinaia di volte e, cosa ancora peggiore, ha una sceneggiatura che non sa sfruttare i propri punti di forza (vedi spoiler sopra) perché riduce tutto a mero thriller di serie B. Inoltre, come ben sai, io ho sempre criticato la trilogia di Larsson così come molti di quei mediocri trhiller a volte (non capisco il motivo) esaltati dalla critica. Il punto è che oggi è difficile fare cinema perché c'è bisogno di coraggio per affrontare storie nuove e in modo differente e molti dei grandi autori del passato guardano solo alla cassa (vedi Scorsese). E io pretendo che gli autori mi diano qualcosa di specifico, proprio perché autori. Altrimenti ben vengano i M. Bay o tutti i registucoli capaci di mettere la telecamera. Un banale thriller del genere può essere fatto da chiunque. Da Polanski ci si aspetta qualcosa in più. Non puoi paragonare questo a "L'inquilino del terzo piano" o "Rosemary's baby" .... sarebbe una bestemmia cinematografica.
kowalsky 25/04/2010 18:35:42 » Rispondi A me sembra che l'esilio del politico sia resa splendidamente, del resto ripeto questo è un (ottimo) film di genere, quindi non puoi pretendere di vedere chissà quali innovazioni dentro un meccanismo simile. La critica invero è stata unanime nel parlare del miglior Polansky degli ultimi 15 anni, comunque hai ragione quando suggerisci che, in fondo, di film se ne vedono molti e trovare qualcosa di originale è difficile. Sunshine cleaning me lo sono perso e anche An education