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MINE VAGANTI regia di Ferzan Ozpetek

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amterme63     7½ / 10  19/03/2010 22:20:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se l’intenzione era quella di girare solo una commedia divertente e intelligente, allora bisogna dire che Ozpetek ci è riuscito molto bene. Se oltre a questo voleva toccare l’animo, emozionare, commuovere come pure far riflettere su idee e pregiudizi illogici, allora secondo me ci è riuscito solo in parte, altri suoi film hanno raggiunto questo obiettivo in maniera migliore.
Del resto Ozpetek, come tutti i registi che “sentono” la loro opera, in realtà non fa altro che variare su dei temi cardine, i quali si ripetono sempre ad ogni film. Va detto che ciò non è assolutamente un difetto; solo che le “variazioni” di questo film non approfondiscono, non intensificano o ci offrono una insolita versione dei temi che stanno a cuore.
Secondo me il film ha forse sbagliato protagonista. Doveva essere Antonio, non Tommaso, la figura da approfondire, da indagare; è lui che ha una storia molto più sofferta, molto più tragica, molto più toccante, certamente più vera e umana. Ma la storia di Antonio probabilmente non si prestava abbastanza ad essere trattata in maniera comica e leggera. Ma del resto tutti i personaggi soffrono un po’ del fatto che non sono trattati come persone reali in tutto e per tutto, ma come personaggi di un film che deve divertire trasmettendo un nobile messaggio. Il padre soprattutto, ma anche in parte la madre soffrono di questo dovere rientrare a forza in un modello quasi precostituito. I loro comportamenti sono troppo netti, troppo consequenti, forse anche troppo prevedibili.
Altro aspetto tipico e qui forse un po’ forzato è quello della presenza obbligata del paradosso per poter creare il motore della “commedia”. Una volta erano gli uomini “normali” che subivano il fascino del proibito, vacillavano, ma poi ritornavano all’ordine (mi viene in mente una commedia con Pozzetto e Ranieri). Ora invece il paradosso si rovescia, sono quelli che praticano il proibito che vacillano e sentono il fascino del normale (si veda “Diverso da chi?”). Il risultato però è lo stesso. C’è da dire che questo tema era già presente in Fate Ignoranti, ma lì era più intenso, più sentito, meglio rappresentato, più sorprendente. In questo film si fatica a capire le ragioni (solidarietà?, amicizia? ammirazione?) del legame fra Tommaso e Alba , del resto il personaggio stesso di Alba è piuttosto “misterioso”, non tanto ben approfondito (almeno io non l’ho capito bene).
Il protagonista stesso secondo me non viene rappresentato in maniera convincente. Prima di tutto ho fatto fatica ad immaginarlo come uno scrittore e quindi come persona dotata di fantasia e intuito. Ci credo che il suo libro sia stato rifiutato. E’ un po’ legnoso e passivo nei comportamenti, si comporta con poco pathos. Soprattutto non esprime riflessione e consapevolezza. Sua sorella ad un certo punto gli chiede “Sei felice?” (il momento più penetrante del film) e lui non trova di meglio che rimanere lì come un pesce lesso.
Altro aspetto tipico di Ozpetek che qui mi ha dato un po’ fastidio è il panegirico del bello sul brutto. Qui come non mai si nota che i protagonisti sono “belli”, fisicamente ben fatti, mentre i personaggi di contorno (quelli banali e convenzionali) sono brutti. In una scena la nonna dice alla cameriera: “Come sei brutta” e la povera donna non trova altro che rispondere: “Io le ho sempre voluto bene”. Poveraccia, forse era il caso di farle rispondere con un tono sconsolato, invece il regista le presta un tono beota. E’ chiaro l’intento di togliere pathos e aumentare l’effetto comico. In quella parte ci sarebbe stata benissimo quell’attrice turca molto brutta ma così tanto umana e spontanea, sempre presente nei film di Ozpetek. Lei sì che avrebbe interpretato bene quella parte, facendo da contraltare umanamente ironico a tutta la vicenda (in fondo un pochino troppo drammatica).
Anche le conclusioni sono meno nette e paradossali che in passato. Intanto c’è il recupero dell’istituto della famiglia, che “vince” nonostante gli enormi contrasti, le incompresioni e i tradimenti (come può una persona innamorata tollerare dei tradimenti così palesi? Evidentemente conta di più l’istituto del sentimento. E poi come mai non c’era maldicenza in paese su questo tradimento e come mai la moglie non se ne preoccupava?).
Non c’è nemmeno l’alternativa alla famiglia, il gruppo aperto e solidale, la nota positiva di tanti film passati di Ozpetek. Qui abbiamo solo un gruppo di bei ragazzi palestrati che io ho trovato un po’ stereotipati e messi nel film più che altro per fare da paradosso comico.
Il ruolo della nonna è molto bello e positivo (si sacrifica per riunire), ma con quella funzione di “maestro” anziano con esperienze passate ho trovato molto più affascinante e più riuscito il ruolo che aveva Massimo Girotti in La Finestra di Fronte (anche perché più umano e meno didascalico). Poi, come ha educato male suo figlio!
Ma è il ruolo della zia quello che esemplifica di più questo film: ininfluente nell’economia della storia, serve solo per creare situazioni comiche e gag.
Ecco qua: un potenziale capolavoro ridotto a commedia tipo “Diverso da chi?”. Peccato davvero.
Comunque molto divertente e piacevole. Vale la pena vederlo.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  20/03/2010 02:38:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Luca, credo che Ozpetek stavolta abbia voluto divertire giocando sui (e con) tutti i canoni della commedia. Il fatto che abbia dichiarato in diverse interviste di aver voluto mettere in scena personaggi ispirati alla sua famiglia di origine (in particolare proprio la zia!) spiega anche il perché di caratterizzazioni così forti.
Ciò che forse può sfuggire ai più, però, è che Ozpetek è l'unico regista italiano che sa mettere in scena il mondo gay italico reale; dunque, l'ossessione per il corpo scolpito, l'effemminatezza più o meno tenuta a bada (magari rocambolescamente), il voler riproporre il modello familiare d'origine nelle proprie relazioni sentimentali rispecchiano perfettamente ciò che accade nella realtà quotidiana di noi gay. Quella realtà che altrimenti non si vede mai rappresentata.
La scelta "estetizzante" dei protagonisti rende la storia più piacevole ed accattivante ma non la distoglie dalla realtà.
Il personaggio di Alba è uno dei più reali di tutti, e sapessi quante ragazze sono così! Nell'ambiente vengono chiamate "frociarole", cioè ragazze eterosessuali che si innamorano solo di ragazzi gay perché si sentono capite e complici ma che, ovviamente, si condannano ad amori impossibili e forzatamente incompiuti. Sono amicizie profonde, molto sincere, in cui però una parte si aspetta cose diverse dall'altra e dove domina un certo tasso se non di ambiguità, senz'altro di irrisolutezza.
Il tono scanzonato dell'insieme rende tutto godibilissimo anche se resta l'amaro in bocca per l'idea che solo la partenza possa risolvere la propria affermazione nel mondo e non la lussureggiante ma troppo pettegola provincia...
amterme63  20/03/2010 19:54:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda che Ozpetek con il gruppetto di amici romani di Tommaso non mette "in scena il mondo gay italico reale", piuttosto come i gay (intesi come "categoria") vorrebbero rappresentarsi e soprattutto come i non gay (sempre intesi come "categoria") piace rappresentarli, proprio perché in questa maniera si riesce a fare distinzione e la distinzione fa comodo a tutti quelli che vogliono crearsi identità da contrapporre a quelle degli altri.
Il mondo gay reale secondo me è un altro, è composto all'80% da persone indistinte e che vivono una vita banale e "normale". Secondo me è Antonio il personaggio del film che si avvicina di più al "gay" reale, proprio perchè aspira a vivere come tutti gli altri, in mezzo a tutti gli altri, pur avendo accanto a se un altro uomo. Non ha cercato comodo rifugio in luoghi franchi o protetti, in isole "felici". Lui pretende di essere preso come uno "normale" e non vuole sentirsi "distinto" come invece Tommaso tende a fare.
Ti faccio questo discorso perché secondo me l'omosessualità come categoria distintiva non esiste, è semplicemente un modo come un altro di amare e basta, non implica assolutamente nient'altro. Tra l'altro ogni persona è un mondo a sé ed è difficile creare categorie o generalizzare. L'ideale sarebbe arrivare un giorno a mescolare tutto, a trovare locali dove si trovano abbracciati uomini con donne, uomini con uomini e donne con donne e tutto appaia come la cosa più naturale del mondo (tipo il ballo finale del film). Purtroppo ancora non è così e capisco che tanti per potersi esprimere liberamente si creino dei luoghi franchi chiusi al resto del mondo. Io vorrei però che non diventasse la regola o il fine, ma solo un passaggio.
Il discorso sarebbe molto lungo e mi piacerebbe tantissimo discuterne con te.
Gli approcci amorosi Alba li ha fatti prima che Tommaso si confessasse con lei, poi mi è sembrata più che altro delusa e dispiaciuta. Il suo problema è forse il fatto che non accetta il ruolo di donna passiva e sottomessa. Lei vuole dominare e soprastare, forse per questo non riesce a trovare una compagnia. Ma la cosa non è ben chiara assolutamente.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  21/03/2010 14:05:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Luca, visto che sono gay ti posso senz'altro parlare in prima persona assicurandoti che molte delle situazioni e dei personaggi mostrati sono più che reali (almeno qua in provincia!) avendoli vissuti direttamente con poche sfumature di differenza... Se vuoi approfondire e confrontarti con me su questo tema, puoi sempre scrivermi privatamente alla mia mail lukemc67@gmail.com
Quanto ad Alba, sappi che molte donne (reali) che sognano idilli sentimental-amorosi con noi sperano sempre che i nostri gusti cambino per mano loro un giorno o l'altro... Non è un caso che Ozpetek/Cotroneo facciano dire al personaggio della nonna che gli amori impossibili sono quelli che durano in eterno: perché, non essendo mai corrisposti, rimangono nell'alone ideale dell'immaginazione individuale. Quando le preferenze di Tommaso saranno inequivocabili, Alba subisce la doppia sconfitta di un amore deluso e di un mancato intervento "taumaturgico", cosa per lei poco accettabile essendo abituata a dirigere gli altri piuttosto che a comprenderli.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  24/03/2010 00:04:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi ci metto anch'io nel mezzo, anche se mi è difficile parlare di Ozpetek dopo le immagini di un film che mi ha sconvolto la mente, "Il profeta" (probabilmente non rivedrò niente di altrettanto devastante nei prossimi cinque anni almeno).
Secondo me la sceneggiatura è ottima, e questo è tra i migliori film di Ozpetek. Ovviamente il regista predilige il registro della commedia, ma almeno è riuscito a ricavare (cosa non da poco) da un inconsistente belloccio di fiction una recitazione quantomeno dignitosa (mi riferisco a Preziosi). Non sono d'accordo sulle critiche al personaggio della nonna (una stupenda Ilaria Occhini), credo che la sua esperienza personale venga filtrata - attraverso dei flashback quantomeno efficaci - come reale protagonista della vicenda. Non credo sia un film sull'omosessualità in senso diretto, ma sulla famiglia di oggi. Purtroppo ciò implica anche dei limiti: una certa conservazione dei valori tipici della patria, o magari anche il modo francamente disordinato con cui è stato tracciato il personaggio del padre. Che è fantastico quando manda via il figlio, ma tra un infarto da Lina Wertmuller e il suo continuo piagnisteo finisce per diventare l'unica vera macchietta del film.
Hai ragione sul personaggio femminile, che sembra l'alter-ego della Buy ne "le fate ignoranti". Si percepisce che lei sia attratta da Scamarcio e pensi che alla fine l'unica occasione che aveva era persa in partenza, ma anche la sua solitudine sentimentale tende a volere ad ogni costo legarla alle esperienze del (dei?) fratello della famiglia per cui lavora.
Trovo molto bello, per esempio, il personaggio del fidanzato di Scamarcio, umanamente molto diverso (dai diversi?) dall'esibizionismo sfrenato e gayo del resto della compagnìa.
amterme63  24/03/2010 19:37:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie della risposta Luca. Sul personaggio del padre hai ragione tu. E' lui la vera macchietta del film. In questa maniera si ride non del gay ma dell'omofobo. Altro stereotipo della commedia rovesciato. Ozpetek ha usato le strutture della commedia ma ne ha rovesciato i termini tradizionali. Sono d'accordo anche su personaggio del fidanzato di Tommaso e su Alba. A risentirci, Luca. Stammi bene!
Flavietta2  24/03/2010 22:44:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' interessante sapere il punto di vista di qualcuno che vive certe situazioni sulla propria pelle.
In effetti ho sempre pensato che l'omosessuale non debba essere per forza l'effemminato come tutti pensano.Sicuramente alcuni sono così,chi per moda,chi per esigenze personali, altri sono semplicemente innamorati di una persona dello stesso sesso,ma questo non comporta un atteggiamento particolare davanti agli altri.
Comunque devo dire che mi spiace un po' per gli stereotipi a cui potresti essere vittima, basti pensare che ora in Italia siete rappresentati da Maicol del grand fratello (lui è così stereotipo che penso si sia creato da solo il personaggio).
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  27/03/2010 03:43:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cara Flavietta2, mi inserisco anch'io nel vostro "botta-e-risposta".
Tra noi ci sono i maschilissimi come ci sono gli effemminatissimi, esattamente come tra gli etero ci sono quelli fatti in un modo o in un altro... Purtroppo il "macchiettismo" che ci viene propinato dai mass-media ha una sua precisa giustificazione: il "Platinette" della situazione è una figura eccentrica, quindi rassicurante perché perfettamente riconoscibile e soprattutto con la quale è difficilissimo identificarsi. Molto più preoccupante e destabilizzante sapere che una persona qualsiasi, in maniera assolutamente non riconoscibile, potrebbe essere gay o lesbica. Se la tv ci rappresentasse "normali", quel personaggio potrebbe essere davvero chiunque, quindi anche mio figlio o mio fratello, o la collega o i miei genitori! Per l'attuale impauritissima società italiana questo è inaccettabile e troppo ansiogeno. Ecco perché possiamo essere rappresentati solo da Maicol o da Platinette. Il film di Ozpetek, credimi, pur nel gioco di rovesciare i canoni della commedia, ha mostrato molti aspetti "veri" (nel senso di reali) della nostra vita quotidiana. Visto che la nostra generazione ha clamorosamente fallito nel costruire una società più aperta, spero che la tua sia ben migliore e che non si faccia abbagliare dalle (orrende) visioni mass-mediatiche badando più al quotidiano e alle persone in carne e ossa.
Flavietta2  27/03/2010 10:09:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capisco...solo che tutto questo non fa che aumnetare i pregiudizi stupidi della gente.Insomma da discriminati diventate fenomeni da baraccone e non è giusto. Siete diversi,è vero, ma non credo che al mondo esista una persona uguale a me. Bisognerebbe vivere la diversità come uno scmbio reciproco, non come uno show televisivo dove si prende in giro o si ridicolizzano delle persone (non solo gli omosessuali) solo perchè s'atteggiano in modo diverso dalla "norma".
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/03/2010 03:01:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Totalmente d'accordo con te: è il mondo che sogno e che, nel mio piccolo, cerco di costruire. Ma non è facile, credimi.
Flavietta2  28/03/2010 21:44:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Posso immaginarlo,ma non capirlo del tutto. Ho vissuto pure io problemi con gli stereotipi (sono una liceale e i liceali sono rappresentati da modelli assurdi...e poi la maggior parte di loro li segue,purtroppo) ,ma credo che in un paeese come il nostro la tendenza sessuale possa portare molte più sofferenze e difficoltà.
Ti auguro di riuscire a costruire il tuo mondo.
amterme63  25/03/2010 08:35:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Flavietta2. Sono d'accordo con te. Se puoi, almeno tu salvati dalla cultura preconfezionata che ci propinano le reti berlusconiane e di riflesso il cossiddetto servizio pubblico. L'interesse è quello di educare alla superficialità e al partito preso. Creare le categorie predefinite una volta per tutta e applicarle alla realtà. Questo gioco di far credere reale quello che non è sta producendo disastri immansi. Si è persa la cognizione di noi come siamo e del mondo che ci circonda. Questo film in qualche modo cerca di svelarci come stanno le cose, anche se per "piacere" al maggior numero possibile di persone usa gli stereotipi comuni (familiari e con tanti rimandi), anche se, va detto, a fini ironici.
Flavietta2  25/03/2010 15:27:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao anche a te...sono felice che concordi. Beh...che dire,Berlusconi lo trovo una barzelletta umana. Purtroppo siamo nell'era della finta libertà,siamo tutti liberi,ma le TV sono di parte,i giornali pure,la gente viene catalogata e spesso maltrattata in base alla categoria e siamo sotto un governo che cerca il potere quasi assoluto.
Per fortuna che sono ancora piccina e posso scoprire il mondo in modo diverso...

amterme63  25/03/2010 22:04:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Brava Flavietta2! Se posso darti un consiglio, non ti fidare mai di chi crede di avere la verità in mano e di essere sempre nel giusto. Mi raccomando, dubita di tutto e di tutti e fidati solo di te stessa e del tuo giudizio. Apriti al mondo e cerca di conoscere più gente possibile senza pregiudizi. Un bacione e ... ti invidio un po' perché giovane come sei vedrai qualche puntata in più di questo sceneggiato che si chiama Mondo.
Flavietta2  25/03/2010 22:15:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In fondo se non vediamo noi il modno,come potrebbe questo andare avanti?
Grazie mille...non invidiarmi per il mio essere adolescente un po' matta (e dal nick vagamente bimbomichioso...lasciamo perdere).
In fondo pure gli adulti fanno parte del mondo.
Flavietta2  25/03/2010 22:36:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
perdonami gli errori,sono stanca.
amterme63  20/03/2010 19:59:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per "chiusi al resto del mondo" non intendevo dire che chi non è gay non possa entrare, ma semplicemnte luoghi in cui si sa già in partenza che tipo di persone ci sono e quindi ci si regola di conseguenza.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  21/03/2010 14:07:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quanto al tuo sogno di un mondo strutturato come il ballo finale... sapessi: è anche il mio sogno. Ma, ti assicuro, per chi sta "dall'altra parte" (sob!) più che un sogno appare un miraggio: siamo nell'Italia del 2010, non più in quella del 2000!...