Assenzio75 7 / 10 02/04/2010 01:35:46 » Rispondi Questa volta Ozpetek sembra volersi divertire a non prendersi troppo sul serio; solito "conviviale ritratto" di una famiglia piena di scheletri negli armadi: la macchietta del padre omofobo che si prende l'infarto conosciuti i gusti sessuali del sacrosanto sangue del suo sangue, per di più primogenito e imprenditore nella sua azienda; la madre osservatrice distante e colpevole di una situazione in cui si sente vittima pur essendone carnefice; la zia zitella che per non far pensare male (ma così aumenta ancora di più le malelingue) si inventa le visite notturne di improbabili amanti-ladri, affogando i propri dispiaceri in qualche bicchiere di troppo; e la grandiosa figura della nonna (una fantastica Ilaria Occhini) vero motore immmobile e prima (in senso anagrafico)"mina vagante" di una realtà famigliare fatta solo di ciò che si fa apparire e che quindi che si plasma e si nutre puramente del giudizio altrui, di una società che dovrebbe esserbe contorno, ma che diventa centro di giudizio e punto di riferimento
si pensi alla scena del padre con il sorriso a 36 denti che camminando a testa alta e alternando finte risate ogni due parole dialoga con Tommaso simulando un'innaturale tranquillità di fonte al giudizio (?) della gente sull'omosessualità del figlio Antonio (e quindi il disonore arrecato alla rispettabile famiglia).. arrivando al punto di vedere nei sorrisi altrui la consapevolezza del ..."problema!" del figlio...
Una famiglia stereotipata, vecchio stampo, ma pronta ad esplodere con l'innescare di queste mine vaganti (figli e la saggia nonna) influenzando, con le loro scelte "contro", la vita di chi li circonda..
e quindi la reazione del padre alla rivelazione di Antonio (la prima esplosione) che sembra riassorbirsi, chiudendo il cerchio, con l'ultima e potente scelta "esplosiva" dell'altra mina vagante della famiglia (la nonna) con il suo estremo gesto liberatorio .. quasi a riunire rimettendo a suo modo le cose a posto (per quanto in un ambiente del genere le cose possano mai mettersi realmente a posto)
E così in mezzo a stentati equilibri che si spezzano e persone che scelgono di essere sè stesse nonostante tutto e tutti, nonostante l'ipocrisia e l'ottusità di una realtà fatta di comodo e di facciata che li circonda, il film scorre piacevole, a volte un po' macchiettistico, ma certamente molto più ironico delle sue opere precedenti.
Scamarcio non l'ho trovato pienamente "a suo agio" in una caratterizzazione che, per ovvie ragioni, non può sentire pienamente sua (e poi insisto a dire che il buon Riccardo resta alla pari del buon Accorsi un nostro sopravvalutato attore mono-espressivo..ma questo è parere mio) Della grandiosa Occhini ho gia detto.. Del personaggio di Alba-Grimaudo invece devo sottilineare una mancanza del regista, in quanto tanto bello ed appagante per gli occhi il suo personaggio, quanto oscuro e per nulla approfondito.. situazione questa che resta sospesa nel nulla, seminando ma non raccogliendo e lasciandola vagare nella sua incompiutezza.. mina vagante, anch'essa, ma questa volta inutilmente inesplosa..
Comunque, a parte qualche caduta di tono e qualche ritratto un po' (troppo) fuori luogo.. un buon film.. anche se la media del forum mi pare un poco alta..