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SEX AND THE CITY 2 regia di Michael Patrick King

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     1½ / 10  29/05/2010 08:28:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche i ricchi (si) annoiano. Cosa rimane in questo film della verve irriverente e della carica trasgressiva e innovativa dell'omonima serie televisiva? Beh, si infrangono tutte in un matrimonio gay che più finto e macchiettistico di così si muore (con tanto di protagonisti "à la Cage aux Folles" ma senza la classe di Molinaro!), in una giovane e avvenente tata (che si scoprirà lesbica, pardon: "a cui piacciono altre tate"!) che fa sobbalzare le tette senza reggiseno sotto i vestiti appena si muove, nei problemi di temperatura basale (e di conseguenti secrezioni umorali interne) che distruggono la vita intima di una delle protagoniste costringendola a finti amplessi rumorosi con aitanti maschioni ben ripresi di schiena mentre simulano rapporti da favola, in un'erezione accennata (due secondi attraverso un costume da bagno, cosa credevate?) da parte di un componente di una squadra di rugby in vacanza in un hotel di Dubai accuratamente ricostruito in... Marocco. Fine. Perché il resto è la solita apologia del matrimonio, della fedeltà, del "come è bello star male piuttosto che star peggio".
Liza Minnelli offre un cammeo iniziale con tanto di battuta autoironica sull'importanza del matrimonio: da Scorsese a Patrick King, la nostra attrice ne ha fatta di carriera!!
Un paio di meriti questo film li ha: specialmente nella parte centrale (quella dedicata alla finta Dubai) riesce a essere un efficacissimo rimedio naturale contro l'insonnia (!!); l'altro, veramente inestimabile, è quello di riuscrire a girare perfettamente a vuoto per ben 140 minuti!!! Pensate che io sia troppo ironico? Provate voi a scrivere una sceneggiatura senza alcun senso e tantomeno una trama con tanto di battute per coprire 140 minuti di cinema (dimenticavo: disponendo pure di un bel sacco di dollaroni per la produzione e la distribuzione)!!
Infine, il peggior difetto del film: il moralismo di cui gronda. Sarà che ormai ho deciso di chiudere coi film statunitensi (ad eccezione della filmografia indy e dei pochi Maestri, naturalmente) ma, francamente, ne ho piene le tasche di predicozzi sulla bellezza della famiglia matrimoniale (adesso anche gay), sulla vera libertà che vige solo "in the USA", in definitiva sulla intrinseca superiorità della "States-culture": da un Paese che ha insegnato a tutti gli orrori della Finanza globale, che ha imposto una globalizzazione liberista selvaggia, che esporta democrazia a colpi di cannonate per mascherare operazioni che hanno fini molto meno nobili e che si vanta di essere la culla della assoluta libertà d'espressione... mi aspetterei un po' più di spirito critico. Che peraltro c'è: i vari Moore, Mann, Stone, Eastwood (solo per citare i primi che mi passano per la testa), ci raccontano un'altra America, meno sfavillante di lusso sfrenato e più contraddittoria; in una parola: più UMANA. Persino la serie televisiva che avrebbe ispirato questo film è immensamente più ironica e anche tragica nel suo impianto generale. Come dire: quando Hollywood si ispira alla miglior televisione sa dare il peggio di sé. Mi consola il fatto che la sala gremita di giovani dove m'è capitato di essere trascinato a vedere questo "film" era già ampiamente "cotta" e provata a fine primo tempo. Risparmiate il costo del biglietto, è un consiglio spassionato.
marco9777  13/08/2010 10:03:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
accipicchia che commento. scomodorare tutta questa materia grigia per sex and the city mi assomiglia molto a sparare con un bazzuca contro una zanzarina fastidiosa.
e' solo.. sex and the city.. 2 ore in cui si sorride e basta
E' si, il matrimonio gay è un po' pacchianotto. embè? Mica deve rappresentare tutti i matrimoni gay. A questi due piace così. e felici loro.
Scusate se banalizzo, ma, secondo me, non si può chiedere a questo film di assurgere a qualcosa di diverso da ciò che è. puro e semplice intrattenimento. Nulla di più

Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  06/12/2010 22:48:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In effetti... temo che tu abbia ragione: troppa materia grigia per un filmetto così!
Invia una mail all'autore del commento Larry King  29/05/2010 15:24:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Completamente d'accordo su tutto, solo due cose. Io non gli avrei dato 1/2 punto, in secondo luogo uno degli elementi peggiori di questo orrore, è la figura della protagonista. Il quadro che ne emerge e l'esempio che da sono a dir poco abberranti.
Una scrittrice con un talento mediocre, con la maturità di una liceale, che cambia abito ad ogni fotogramma, che non accetta nessun tipo di critica, ne professionale ne umana, viene persino ricompensata dal marito con un gioiello nuovo dopo che lo aveva quasi tradito.
D'altra parte la demonizzazione del sesso, la famiglia e i figli visti come un peso insostenibile, la carriera come unico mezzo per potersi accettare....
Siamo passati in 20 da" La casa nella prateria", che ovviamente era esagerato in senso opposto, a questo scempio dei valori tradizionali, che non è distruzione iconoclasta, come in mille altri esempi, ne rilettura grottesca, ma ambirebbe ad essere specchio sociale, e la maggior parte del pubblico femminile in sala, alla fine additava come obbiettivo da raggiungere.
Oddio ditemi che non sono diventato un moralista!
Invia una mail all'autore del commento Larry King  29/05/2010 15:25:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"siamo passati in 20 anni" (scusa)
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  30/05/2010 01:24:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Larry, non sei moralista: sei semplicemente vittima di questa cultura della semplificazione televisiva che deve ridurre tutto a macchietta, a bianco o nero, a Bene e Male, ecc. ecc. La vita è tutta una variegata gamma di grigi, raramente e bianca o nera; se preferisci è un arcobaleno dalle mille sfumature. Le rare volte in cui è tutta bianca o tutta nera, son sempre dolori. Io non credo che si possa (o si debba) assolutizzare quando si tratta di scelte personali profonde come quella di fare o non fare figli. Il problema del film è che non riusce ad essere uno specchio della realtà (magari, sarebbe stato un capolavoro!) pur pretendendolo!! Si limita a "tagliare con l'accetta" creando macchiette e stuzzicando il pubblico dove più in basso non si può: sesso e denaro! Se questo invece è lo specchio dei nostri sogni, allora poveri noi.
Invia una mail all'autore del commento Larry King  01/06/2010 12:31:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le scelte personali non devono essere assolutamente demandate ad un film e su questo siamo completamente d'accordo.
Purtroppo la deriva verso una cultura popolare priva di sfumature è secondo me un rischio concreto.
Ad ogni modo complimenti per la recensione di questo e altri film. Ci si risente magari per film migliori.