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VIRIDIANA regia di Luis Buñuel

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Marco Iafrate     9 / 10  29/02/2008 22:03:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La contraddizione tra religiosità repressiva e sessualità visionaria emerge in tutta la sua fascinazione in questo ennesimo, dissacrante film di Bunuel, ancora una volta ci troviamo di fronte ad un'analisi critica della religione e della morale cristiana, ed ancora una volta, neanche a sottolinearlo, l'osservatore romano e la commissione di censura hanno duramente criticato la pellicola definendola blasfema, anticlericale e sprezzante verso i poveri.
L'analisi critica attraversa tutto l'orizzonte sociale e scava al'interno dei singoli personaggi, dalla vanità autodistruttiva di Don Jaime, all'attiva funzionalità operativa di suo nipote Jorge; dal fallimento del progetto cristiano di Viridiana, alla falsa e triste mediocrità dei mendicanti. Il film gode di momenti di grandissima forza espressiva come l'incontro che segue la scena di feticismo di Don jaime che incrocia Viridiana sonnambula aggirarsi per la casa, o quando l'uomo, preso da un desiderio irrefrenabile, addormenta con un sonnifero la ragazza e dopo averla baciata reprime a stento un impulso di violenza carnale. Impossibile non menzionare la sequenza della cena dei mendicanti con la disposizione dei personaggi iconograficamente sistemati come l'ultima cena di Leonardo con un mendicante cieco al posto di Cristo. Fantastico.
Le ossessioni erotiche e religiose che hanno sempre albergato nell'animo del regista spagnolo, sono qui espresse in tutta la loro palesità, rendendo inutile una ricerca forzata di significati moralistici; girato in un suggestivo bianco e nero il film si è avvalso dell'interpretazione di due attori feticcio cari a Bunuel, Fernando Rey e Francisco Rabal, bella e, paradossalmente per il personaggio interpretato, sensuale Silvia Pinal (Viridiana); in definitiva un film da vedere non per il clamore che suscita ogni volta qualsiasi forma di censura, ma perchè opera di indiscusso spessore.