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INCEPTION regia di Christopher Nolan

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kafka62     8 / 10  09/05/2018 14:34:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa ha a che vedere Christopher Nolan con Andrei Tarkovskij e Jorge Luis Borges? Molto, se si rammenta che "Stalker" metteva in scena un viaggio metaforico in una "zona" che era una evidente rappresentazione del subconscio, e che "Le rovine circolari" raccontava di un uomo che, sognando, creava una vita, per scoprire alla fine che anche lui era il prodotto di qualcuno che lo aveva sognato. Tutto questo per dire che "Inception" ha nobilissime ascendenze ed ha, soprattutto, uno spessore filosofico non trascurabile. Nolan ci aveva già sbalordito con "Memento", capace di sovvertire completamente le leggi cronologiche del racconto, e non è quindi del tutto una sorpresa questa storia di uomini in grado di entrare nei sogni altrui per rubare un segreto o impiantarvi una idea. L'elaborazione dello spunto di partenza ha comunque del geniale, perché Nolan riesce nell'impresa di creare un vero e proprio "mondo", del tutto originale, in cui i personaggi si muovono in sogni di diverso grado (ad esempio, il sogno nel sogno di un sogno), e – per sovrappiù – riesce a renderlo intelligibile (perché pur sempre di un film commerciale si tratta) e perfino a riempirlo di molteplici riflessioni di carattere psicologico, filosofico, e addirittura metafisico ed escatologico. I vari livelli di sogno in cui scendono Cobb e i suoi compagni fanno sì che a un certo punto non si capisca più quale sia (o addirittura se esista) la realtà. Cobb infatti porta dentro di sé un dilaniante senso di colpa, quello di aver creato con la sua adorata moglie, una sorta di intimissimo rifugio negli strati più profondi del subconscio, con il risultato non previsto di far deragliare la psiche di lei, convinta che la realtà fosse un sogno e che solo uccidendosi avrebbe potuto riaprire veramente gli occhi. "E' un atto di fede", dice la donna, e questo mi fa pensare alle credenze mistiche sull'aldilà quasi come una sorta di auto-inganno fondato sull'incapacità di discernere la vera realtà dalle fantasie e dalle chimere (ma è parimenti vero che anche Cobb per convincere Saito a uscire dal limbo dove si trova, invecchiato e prigioniero, deve fargli scaturire un analogo, fideistico desiderio di tornare giovane).
Insomma, "Inception" è davvero un film denso di implicazioni intellettuali, nonostante – o forse grazie a – una trama ingarbugliata quasi all'inverosimile. La suggestione più indovinata – a mio avviso – è quella che ad ogni livello di sogno corrisponde un diverso tempo cronologico, e ciò porta a una suspense asimmetrica, perché mentre nel sogno 1 il furgone entro pochi secondi cadrà nel fiume, nel sogno 2 Arthur ha un paio di minuti per far precipitare un ascensore e nel sogno 3 Eames una ventina di minuti per venire a capo della fortezza di neve, e così via fino al tempo quasi immobile del limbo. Un'altra notevole invenzione è il fatto che il subconscio dei personaggi è immaginato come un organismo, il quale aggredisce ogni elemento che proviene dall'esterno con gli anticorpi (qui sono delle proiezioni psichiche che reagiscono con ostilità quando riconoscono che nella mente è penetrato qualcosa di non familiare).
La maggiore difficoltà del film era quella di dare una adeguata veste scenografica a ciò che è eminentemente mentale. Anche sotto questo aspetto "Inception" è affascinante: paradossi visivi come scale escheriane, corridoi rotanti e addirittura una Parigi che si ripiega su se stessa si susseguono senza sosta, fino ad arrivare, nel limbo, a una spettacolare città di grattacieli in riva al mare (proiezione dei ricordi di Cobb e di Mal). L'unica cosa che delude un poco è il fatto che, per rappresentare l'avventura dell'innesto nella mente del ricco erede dell'idea di smembrare l'impero industriale del padre, Nolan scelga il ritmo, esagitato e rutilante, di un action movie, con interminabili inseguimenti e sparatorie, che frastornano a tal punto da rischiare di mettere seriamente a repentaglio le feconde suggestioni di cui parlavo più sopra. Peccato, perché così com'è "Inception" rimane un capolavoro sfiorato, all'incirca quello che sarebbe stato "2001: Odissea nello spazio" se fosse stato girato con i ritmi di "Guerre stellari".