paride_86 6 / 10 25/09/2010 04:09:50 » Rispondi Travestito da film di fantascienza (anzi, per essere più corretti, di fantapsicologia), in realtà "Inception" è un action-movie a tutti gli effetti. E di ottima fattura. Il problema è che da un regista come Nolan uno si aspetta un po' di più. Partito come giovane regista europeo di pellicole interessanti e vendibili allo stesso tempo, Nolan è andato evolvendosi verso il genere blockbuster hollywoodiano, ma sempre con un giusto compromesso di "sostanza" - vedi "Il Cavaliere Oscuro", dove accanto agli effetti speciali c'è una profonda riflessione sulla giustizia oltre la legge. "Inception" è quasi tutto blockbuster e ben poca sostanza; tutto il frettoloso impianto narrativo - i sogni nei sogni, le cadute, i sedativi, le estrazioni, sono solo stratagemmi per giustificare una quantità infinita di munizioni, bombe, mitra, cannoni, esplosioni che la fanno da padrone nel film, occupandone almeno il 70% del tempo. I personaggi, a parte quello di Di Caprio - che diventa sempre più bravo e sceglie ruoli molto interessanti - sono stereotipi senza una vera psicologia: vi troviamo il precisino, il macho, il simpaticone, l'introspettiva, lo straniero-finto-viscido. Anche la sceneggiatura lascia un po' a desiderare: nonostante la bravura di Nolan nel rendere comprensibile la complessità del film (anche grazie ad alcuni dialoghi verbosi che vanno accettati come premesse inderogabili), ci sono alcuni passaggi alquanto affrettati: per esempio
nel terzo livello, al momento del bisogno, all'improvviso (guarda caso!) spunta fuori un tunnel che attraversa il labirinto! In un altro momento, poi, Di Caprio spiega in una sola frase che la moglie, prima di suicidarsi in preda a delle paranoie, non solo ha mandato una lettera a un avvocato dichiarando di sentirsi minacciata dal marito, ma si è fatta dichiarare sana di mente da ben tre psichiatri! E perché questi professionisti avrebbero dovuto certificare la sanità mentale di una pazza?
Cosa strana per Nolan, inoltre, la fotografia sottotono e la scarsa dedizione agli arredi, alla costruzione estetica della scena e alle atmosfere: nonostante le molteplici ambientazioni della storia, tutto è concentrato esclusivamente sull'azione. Il regista aggiunge, poi, un pizzico di sentimentalismo che fa da motore della storia e rende negativo il personaggio del protagonista perché
è pur vero che Di Caprio vuole tornare dai figli a tutti i costi, ma è altrettanto vero che per farlo accetta di diventare un criminale mercenario, assoldato da un'azienda per farne fallire un'altra, manipolando - tra l'altro - i sentimenti di un giovane imprenditore per il padre appena defunto.
Insomma, a me dispiace vedere questa parabola di Christopher Nolan dai film d'autore ("Memento", "Following") ai blockbuster hollywoodiani: un regista così pieno di talento dovrebbe sfornare opere più interessanti! "Inception" è un ottimo film d'azione e d'intrattenimento, e ha degli effetti speciali davvero impressionanti; purtroppo, però, la cosa finisce lì: assomiglia più a un "prodotto" che a un'opera cinematografica.
La risposta ai tuoi spoiler si trova nell'ultima scena ossia quella della trottola che non smette di girare.
Nolan con l'ultia scena mette il dubbio nello spettatore, così come ha fatto per tutto il film, che in realtà tutto quello che abbiamo visto non sia che un sogno di Coob. Numerosi sono gli indizi relativi a ciò:
quando Coob incontra suo padre all'università questo gli dice "Coob devi svegliarti"
quando addestra la piccola psicologa a creare un labirinto la avverte che non deve mai utilizzare ricordi, ma i sogni che fa Coob sono ricordi e la stessa città costruita con la moglie è un ricordo che guardacaso pur esserndo stata costruita da entrambi sopravvive anche dopo la morte di lei.
la proiezione stessa della moglie, parte del suo subconscio cioè di se stesso, suggerisce che lui sia ancora in un sogno e che il suo sistema protettivo sia impazzito ed ecco che il suo subconscio si ribella e crea questa sorta di megaagenzia che gli da la caccia.
quando va a recuperare il giapponese nel limbo riesce ad uscire dal sogno senza bisogno di un "calcio" e si ritrova nell'aereo senza sapere come ci è riuscito esattamente come spiegato precedentemente nei sogni ci si sposta senza sapere esattamente come.
Questa è la mia interpretazione, poi ognuno è libero di pensarla come vuole.
arturo 25/09/2010 10:13:10 » Rispondi "tutto quello che abbiamo visto non era che un sogno"? No, vi prego! Aiutooooo! Bastaaaaaa!
logical 25/09/2010 12:39:03 » Rispondi Marzullo è tra i coautori della sceneggiatura,lo sapevi?
Tumassa84 25/09/2010 08:16:29 » Rispondi Sono contento di non essere l'unico a pensarla così. Devo dire che hai espresso alla perfezione quelle che sono state le mie impressioni su questo film 90% fumo e 10% arrosto. E come te, mi spiace molto dover dire così del film che quest'anno attendevo di più, e di uno dei miei registi preferiti.