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SHADOW regia di Federico Zampaglione

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Invia una mail all'autore del commento Larry King     8 / 10  24/05/2010 18:48:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attenzione non stiamo parlando di un capolavoro ed il film è da non perdere per i veri amanti del genere, specie i cultori dei B movie degli anni 70, italiani e non, che qui si possono sbizzarrire a trovare una serie infinita di citazione. Su tutte le più evidenti a mio avviso sono i cannibal movie di Deodato, ma soprattutto i film storici e migliori di Fulci, "L'Aldila'" su tutti, in cui l'occhio più attento avrà colto il delizioso omaggio.
Diciamo comunque che il fim non si fa apprezzare solo per il citazionismo ed il gioco delizioso che ne deriva. Ci sono alcuni evidenti limiti, ma anche diversi elementi a favore. A quest'ultimo proposito, comincerei del senso dello spazio che ci da la camera di Zampaglione che ci precipita immediatamente al centro dell'azione, nel cuore della montagna. Non perchè sono i monti del ns.caro Friuli, dunque amati e conosciuti, ma penso che ognuno percepisca nella prime scene un senso di totale immedesimazione nell'ambiente (che come elemento per un regista alla sua seconda opera non è affatto poco). In secondo luogo, finalmente tornano i caratteristi, attori non eccelsi ma con volti ed espressioni che non si scorda. Terzo, la scelta delle musiche (ma siamo sicuri che non erano i Goblin?)citazioniste, ma efficaci, colonna sonora da prendere in originale e conservare.
Quarta cosa il villain, perfetto, inquietante e destinato a rimanere scolpito nella memoria. Quinto i due giovani protagonisti, finalmente una produzione italiana priva di faccie inespressivi ed arroganti da reality del pomeriggio, ma due visi e due interpretazioni funzionali alla storia. Sesto il fatto che anche elementi che potevano causare risate involontarie trovano una perfetta coerenza nel tutt'altro che banale finale (non importa se ricorda cose già viste) risolto con sapiente dosaggio di suspence ed anche una dolente nota poetica. Sette perchè a differenza, soprattutto di un altro suo celebre collega nostrano, Zampaglione passa dalla musica alla regia senza supponenza ed autocelebrazione e soprattutto in questo suo secondo film, convince. D'altronde che sapeva girare ce lo aveva dimostrato con i video di Amore impossibile e Un tempo piccolo, dai quali già intiuivamo i suoi gusti e ispirazioni.
Otto come il voto che gli ho dato, perchè amo il cinema horror specie quello degli anni 70 e 80, era corrossivo, cinico, specchio fedele e critico della società che lo aveva prodotto e non prodotto in serie, senza anima, come la maggior parte delle pellicole di genere attuali. Questo film ne è la perfetta reincarnazione, la boccata d'aria salutare che aspettavamo da anni e che il buon Dario non è ancora riuscito a darci (lo cito perchè era nei titoli e perchè coltivo ancora una speranza recondita di vedere Giallo).
Nove glielo avrei anche dato, ma lo riservo alla prossima uscita di Zampaglione, sicuro che all'estero avrà la gloria meritata e troverà anche i fondi per girarlo. D'altronde anche ai suoi illustri predecessori Mario Bava, ccardo Freda e Lucio Fulci capitò la stessa cosa.