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LA CINESE regia di Jean-Luc Godard

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  29/09/2010 22:56:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Godard si ama o si odia, e non fa eccezione questo incredibile "La chinoise" che i più indicano come uno dei suoi capolavori.
Visto oggi, potrebbe giustificare la visione dei compagni di Lotta Comunista e del loro khomeinismo marxista (con tutto il rispetto, io ne ho fatto parte per un pò).
Godard sceglie Leaud/Antoine come vettore della sua comunicativa, e feticcio-comunicatore delle sue idee, quasi un riflesso ideologico del personaggio inventato da Truffaut.
Il film è estremista nella sua invettiva, ma al tempo stesso rigoroso come manifesto di "militanza politica".
La mdp sceglie una via di sperimentazione che si colloca in tutte le forme d'arte possibili (dalla pittura al fumetto, dal teatro al cinema, dalla letteratura allo slogan politico, passando per gli inni e la musica classica) sconfinando con l'avanguardia come forma tangibile e simbolica del "pensiero".
Un film insopportabile nel suo monolitismo, però indicativo di un'epoca in cui la sperimentazione nel cinema era ancora una realtà - a differenza di oggi.
I giovani marxisti sono ragazzi che esplorano tutti gli argomenti del pensiero filosofico-scientifico, passando per Il libretto rosso di Mao e il declino della società imperante (v. lo spazio architettonico atto a seppellire l'umanità reale).
Godard cita Strehler, difende Melies rispetto ai Lumiere, si sofferma sulla vocazione teatrale di questi ragazzi atti ad esplorare (ed è un limite) il pensiero filosofico senza procacciarsi vere esperienze di vita.
Emblematiche le parole di Dominique "ho troppi nemici".
Purtroppo questo film tanto discusso e amato finisce per incanalarsi in un binario rigoroso francamente didascalico, come si vede nel frammento dedicato al Vietnam, pretenzioso nel voler fugare ogni dubbio di presa di coscienza contro la "sporca guerra".
Insomma, un'enciclopedìa ideologica da lezione di storia, con un epilogo pieno di interrogativi (la rivoluzione in atto è già finita?) ma anche discutibile, perchè incapace di fondarsi oltre il dogma e i suoi simboli
denial  29/09/2010 23:11:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stavo riflettendo sull'opportunità di inserire un commento su questo film, uno dei miei preferiti di Godard. Lascio, per il momento, una nota alla tua disamina sottolineando il piacere di vedere il film ancora oggetto di interesse, e apprezzando la visione "storico-politica" delle tue parole. Un film che rivedo sempre volentieri.