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PROMETTILO! regia di Emir Kusturica

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stratoZ     6 / 10  24/11/2023 12:17:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Con “Zavet” Kusturica non aggiunge nulla stilisticamente al suo impianto già ben rodato, si ripetono come in loop le caratteristiche delle sue opere precedenti e si nota soprattutto un ammorbidimento bonario progressivo partito dal post Underground.

Personalmente ho preferito di gran lunga la prima parte, in cui emergono diversi dualismi e sottotesti interessanti, prima di tutto quello prettamente da film di formazione di Tsane appena entrato nella pubertà che inizia a scoprire la sua sfera sessuale, il tutto resto in maniera un po’ comica ma paradossalmente è uno delle rappresentazioni più realistiche che mi sia capitato di vedere, la scena dove prova a contare i piani del palazzo è fantastica al riguardo.
Poi c’è il dualismo tra la tranquilla vita di campagna e la frenetica vita di città, paradossalmente più selvaggia con innumerevoli animali pericolosi - ovvero gli altri esseri umani - pronti a truffare, uccidere, complottare e via dicendo, colpisce l’ingenuità di Tsane appena arrivato in città in rapporto al resto degli abitanti, come un pesciolino che viene lanciato in una gabbia di squali.
L’altro aspetto interessante è la concezione del tempo che passa, col nonno che prende consapevolezza della sua essenza terrena e capisce di avere un tempo limitato, quindi vuole che almeno il nipote, unico suo affetto stabile rimasto, se la cavi bene.

Il film avanza con uno stile ancor più esagerato delle altre opere, tra il demenziale, il cartoonesco e qualche trovata alla Fantozzi, tra il nonno e il nipote ho perso il conto dei traumi cranici che avranno avuto, ogni tanto Kusturica sembra calcare anche un po’ troppo questa via facendone risentire l’opera e creando un po’ di distacco.
Poi vi è ancora il plot riguardante la criminalità organizzata con Tsane in prima linea a combatterla con scene a mio parere un po’ troppo ingenue, così come il finale “happy” portato in caciara a ritmo di musica folk e la solita sarabanda che piace a Kusturica.

Interessante nel potenziale, un po’ ridondante nella messa in scena con davvero pochi guizzi registici e un eccessivo soffermarsi sulla demenzialità, anche le scene più surreali le avevamo già viste nella filmografia del regista stesso.