Filman 9 / 10 24/08/2023 12:25:44 » Rispondi In un capolavoro come questo, in un film stratificato come HANA-BI il genere di appartenenza diventa un carattere distintivo secondario e si finisce con l'ignorare che si parli di polizia e yakuza, di morale e violenza, e si finisce con il rendersi conto di essere semplicemente all'interno di una grande tragedia, con un concept semplice e pungente (stuzzicante per il suo pubblico, se vogliamo) ma che vive di pace e armonia e non di sofferenza e punizioni divine. L'estetica fredda e riflessiva di Takeshi Kitano è un tutt'uno perfetto con ciò che si trova dentro il quadro visivo, regalando meravigliose inquadrature che trasmettono perfettamente non una ricerca caotica della serenità interiore ma esclusivamente la serenità interiore stessa, in cui la gelida risposta violenta è solo parte del modo di vivere "zen" e la morte è ampiamente accettabile. L'alternanza di paesaggi bluastri coi dipinti montati all'interno del film, anch'essi riflesso di quello stato di quiete dell'anima, sono esempio di unicità artistica.