kowalsky 9 / 10 23/06/2007 14:45:39 » Rispondi "Hana-bi" (al diavolo il sottotitolo) è Scorsese che incontra Samuel Fuller, è Proust o forse Conrad riletti da una personalissima variazione del poliziesco d'ispirazione occidentale, è uno di quei rari film dove l'UOMO mette a nudo se stesso, la sua esasperazione, la sua violenza, la sua solitudine, il suo dramma personale e famigliare. Brutale, vero, violento, affidato a silenzi che tagliano come rasoi (i dialoghi sono assai calibrati e spesso rari), a sguardi che guardano oltre l'immensità del mare cercando una collocazione o una risposta alla propria esistenza. Immensa prova di attori (lo stesso Kitano, Kishimoto, l'eccezionale Watanabe) che fa pensare quanto sia improponibile chiedere a un attore americano o europeo di recitare con lo sguardo con altrettanta efficacia "orientale". E immenso film: meritatissimo Leone d'Oro a Venezia, sguardo implorante e gelido di un cinema che ha la capacità di confondere, ma al tempo stesso assorbire lo spettatore in una spirale di amarezza e crudeltà (Tarantino non è mai troppo amaro, al contrario di ciò che si crede) senza via d'uscita