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PI GRECO - IL TEOREMA DEL DELIRIO regia di Darren Aronofsky

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GracieLaw     8 / 10  02/05/2007 02:40:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
È difficile commentare un film come P greco. Perchè qualunque sia l'opinione finale, è decisamente un lungometraggio che fa riflettere su diversi argomenti e per diverso tempo, almeno, nel mio caso particolare. È breve, distorto, caotico. Molto cyberpunk e molto paranoico. Il protagonista, impersonato dal bravissimo Sean Gullette, è un genio matematico che vive per i numeri e per le interconnessioni trascendentali che tra essi si possono trovare. Max Cohen, questo il suo nome, basa quindi la sua vita sugli schemi matematici e sui riscontri che questi trovano nella natura. Ma la sua ossessione è il p greco. È il significato che questo numero possiede. Non il semplice valore, ma la sua essenza. In stretta collaborazione - che sfocia in vera e propria simbiosi, con il suo super computer artigianale Euclide, Max cerca di capire i segreti del p greco studiando l'andamento della borsa, la natura e anche la Qabbalah, dopo l'incontro con un gruppo di numerologi ebrei ortodossi. La soluzione al problema si fa sempre più accessibile, ma nel contempo oltre essa si avvicina a Max anche la follia. E a questo punto la regia tocca davvero il sublime, con inquadrature di primissimi piani, riprese che sembrano da videoclip, telecamere in movimento, che non fanno mettere a fuoco, visuale sgranatissima e ridotta quasi ad un disegno. Quasi come se lo spettatore vedesse con gli occhi dello stesso protagonista ciò che accade, o meglio, ciò che Max vede, non si sa se nella realtà o nella sua mente. Psichedelico. Molto espressivo. A tratti davvero ossessionante. Il voluto bianco e nero poi è geniale. Perchè si mostra sinonimo dell'idea trainante del film, ovvero il contrasto. Contrasto tra matematica e natura, tra scienza e uomo, tra ordine e caos più totale.
Anche la colonna sonora contribuisce all'ottima riuscita del film. Le crisi del protagonista accompagnate da pezzi elettronici, e il tema iniziale e finale si abbinano all'atmosfera di ossessione e paranoia della trama. Sceneggiatura ai limiti del necessario, in perfetta sintonia con il protagonista, quasi totalmente asociale ed avverso alla società.
Veramente bello.